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Kamala Harris, candidata democratica alle Elezioni Usa: «Sarò presidente di tutti gli americani»

«Accetto la vostra nomination per la presidenza degli Stati Uniti». Dalla notte scorsa Kamala Harris è ufficialmente la candidata democratica che sfiderà il prossimo 5 novembre Donald Trump. «Sarò presidente di tutti gli americani» ha detto nel discorso di accettazione alla fine del quale è stata raggiunta sul palco e baciata dal marito Doug Emhoff. Da vicepresidente punta alla Casa Bianca, come comandante in capo. Sono meno di 10 quelli che ci sono riusciti, esclusi quanti sono subentrati al predecessore per morte. Sarebbe la prima donna presidente.

Kamala Harris vicepresidente degli Stati Uniti e il marito Doug Emhoff alla Convention Democratica

Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti, e il marito Doug Emhoff alla Convention DemocraticaBloomberg/Getty Images

Ha parlato di Medio Oriente ribadendo la necessità di un cessate il fuoco a Gaza, ma dicendo anche che Israele ha diritto a difendersi. È tornata sul diritto all’aborto che i repubblicani negano e sulla questione immigrazione.

La classe media

Soprattutto ha raccontato la sua storia, la madre arrivata dall’India per studiare negli Usa che l’ha cresciuta e che le diceva di non lamentarsi, ma fare qualcosa se vedeva un’ingiustizia. Si è presentata come parte di quella working class, da cui proviene e di cui cerca il voto. «Sappiamo che una forte classe media è sempre stata fondamentale per il successo dell’America. E costruire quella classe media sarà l’obiettivo caratterizzante della mia presidenza».

Donald Trump

Ovvia la distanza che prende dall’avversario milionario. «Le conseguenze del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca sono estremamente gravi. Considerate non solo il caos e la calamità quando era in carica, ma anche la gravità di ciò che è accaduto da quando ha perso le ultime elezioni. Donald Trump ha cercato di buttare via i vostri voti. Quando ha fallito, ha mandato una folla armata al Campidoglio degli Stati Uniti, dove ha aggredito le forze dell’ordine. Quando i politici del suo stesso partito lo hanno implorato di richiamare la folla e di mandare i soccorsi, lui ha fatto il contrario. Ha alimentato le fiamme. E ora, per una serie di crimini completamente diversi, è stato dichiarato colpevole di frode da una giuria di americani comuni».

«Come userebbe gli immensi poteri della presidenza degli Stati Uniti. Non per migliorare la vostra vita. Non per rafforzare la nostra sicurezza nazionale. Ma per servire l’unico cliente che abbia mai avuto: se stesso. E sappiamo come sarebbe un secondo mandato di Trump. È tutto scritto nel “Progetto 2025”. Scritto dai suoi più stretti consiglieri. E il suo scopo è quello di riportare il nostro Paese nel passato. Ma l’America non tornerà indietro. Non torneremo a quando Donald Trump ha cercato di tagliare la Sicurezza Sociale e il Medicare. Non torneremo a quando ha cercato di eliminare l’Affordable Care Act».

Non lascia il patriottismo ai repubblicani. Non è America First, ma è il sogno americano: «In questo Paese tutto è possibile. Niente è fuori portata».

Aborto

Centrale nella campagna elettorale è il tema del diritto all’aborto. Kamala Harris ha ricordato che Trump se eletto «vieterebbe farmaci abortivi e applicherebbe un divieto nazionale sull’aborto con o senza il Congresso». Trump, lo ha ricordato la vicepresidente nel suo discorso, si vanta spesso di aver nominato i giudici della Corte suprema che hanno eliminato il diritto federale all’aborto rovesciando la sentenza Roe vs. Wade che lo garantiva. Il tycoon non sostiene la necessità di una legge unitaria, ma lascerebbe la legislazione ai singoli Stati.


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