Cultura

Joanna Gemma Auguri – Hiraeth :: Le Recensioni di OndaRock

“Hiraeth”, parola che in gallese indica un luogo perduto o forse mai esistito, una dimora immaginaria dove far riposare le fantasie in attesa di conforto. 
Joanna Gemma Auguri entra in punta di piedi nel dark-folk mitteleuropeo in cerca del suo personale hiraeth, dopo aver lasciato la Polonia negli anni 80 per sottrarsi alla legge marziale, quindi anima notturna vagante senza fissa dimora, e infine residente a Berlino, dove ha trovato terreno fertile per una musica dolente e ricca di suggestioni letterarie e cinematografiche.

La musicista polacca ha potuto contare sull’apporto di una band – Achim Faerber (Tito and Tarantula, Automat, Philip Boa), Yoyo Roehm (Ben Becker, Mick Harvey Band, The Bad Seeds) e Isabelle Klemt (Agnes Obel, Notwist) – che ha tradotto in spazi sonori una serie di storie tanto dolorose quanto personali. Intrigante sia concettualmente che musicalmente, “Hiraeth” è stato composto dall’autrice con il solo ausilio di una fisarmonica e di una cetra, per poi essere adornato da colti richiami alla musica sacra e da atmosfere tipiche del cabaret tedesco.
Le canzoni sono grevi e ricche di ancestrale tormento, sonorità barocche ne distolgono l’aspro candore (“All You Can Eat”), le pagine più delicate e romantiche sposano il rigore di Beth Gibbons (“Break Out ”) con la sensualità noir di Lana Del Rey (“What We Call Love”, “Isle Of Longing”), la sobrietà è spesso associata a slanci lirici evocativi e ricchi di suggestioni (“Your Dark Colours”).
Spetta alla splendida “Last Dance” tratteggiare l’essenza della musica di Joanna Gemma Auguri, con poche note di cetra, echi lontani di sintetizzatori e la magica presenza di Keeley Forsyth.

Non è un album facile, “Hiraeth”, ma una volta catturati dalla sua bellezza desueta, è difficile restare indifferenti, al punto che diventa facile perdonare alcuni richiami a colleghe più note, grazie anche a una scrittura coraggiosa (“Little Bird”), a folk spettrali di rara bellezza (“Alone”) e a un set strumentale originale (cetra, fisarmonica e viola) che offre spazio a intuizioni melodiche tanto inquietanti quanto seducenti (“Circles”, “Faith Lost”).

25/01/2025




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