Javier Cercas, la Spagna, la Sicilia e il racconto di Papa Francesco: il Taobuk Award al celebre scrittore
cultura
Il festival letterario a Taormina alla presenza anche di padre Antonio Spadaro, il gesuita messinese sottosegretario del Dicastero vaticano per la cultura e l’educazione
C’è un pezzo di Sicilia all’incontro di Taormina con Javier Cercas. «La Sicilia non si potrebbe capire senza la Spagna e viceversa» dice l’ambasciatore di Spagna in Italia Miguel Fernandez-Palacios nel consegnare al celebrato scrittore iberico il Taobuk Award nell’ambito del festival letterario Taobuk 2025 ideato e diretto da Antonella Ferrara.
Il pensiero va a Leonardo Sciascia che dalla profonda affinità culturale fra Sicilia e Spagna fu aiutato a comprendere meglio la propria terra. Accanto a Cercas c’è proprio un siciliano che l’ha aiutato ad accostarsi a Papa Francesco nel redigere il suo ultimo libro “Il folle di Dio ai confini del mondo” (Guanda editore) presentato nell’occasione. Il siciliano (di Messina) è padre Antonio Spadaro gesuita sottosegretario del Dicastero vaticano per la cultura e l’educazione (che a Taobuk presenta domenica 22 anche “Spiritualità” da lui scritto con Michelangelo Pistoletto).

Cercas racconta la genesi del libro sollecitatogli dal Vaticano, diretto a far luce su chi fosse e come fosse Papa Francesco (l’uomo e il capo della Chiesa Cattolica universale). L’opera di Cercas (nato in Estremadura e stabilitosi sin dalla adolescenza in Catalogna dove vive attualmente) è caratterizzata dalla esplorazione dei limiti fra realtà e finzione. L’autore racconta di Bergoglio – Papa Francesco come personaggio di romanzo, i cui altri personaggi, fra i quali padre Antonio Spadaro, sono ugualmente persone reali. “Ha fatto di me un personaggio” dice sorridendo Spadaro (suo il noto volume “Dialoghi sulla fede. Conversazione con Martin Scorsese”).
Fu il direttore delle edizioni del Vaticano a proporre a Cercas, rimasto stupito della richiesta, di accompagnare Papa Francesco nel suo viaggio apostolico del 2023 in Mongolia (luogo sperduto “ai confini del mondo”): “Non capivo perché – dice lo scrittore – avesse chiesto a me, un folle senza Dio come tanti alla ricerca di un folle di Dio” (l’espressione folle di Dio la usò per sè Francesco d’Assisi cui Bergoglio faceva riferimento).

Padre Spadaro, considerato l’intellettuale di riferimento del Papa da poco scomparso (gesuita come lui) di viaggi apostolici con Bergoglio , che lo voleva al suo fianco, ne ha fatti una sessantina. “Javier dice cose straordinarie che mi hanno fatto capire bene Bergoglio che credevo di conoscere bene – dice il sottosegretario vaticano – uomo semplice e sfuggente in quanto era semplicemente se stesso. La cifra giusta per capirlo è dunque quella poetica, narrativa”. Poi Spadaro racconta di un’udienza in Vaticano con bambini ai quali si erano fatti realizzare dei disegni che avrebbero commentato col Papa rivolgendogli domande. A lasciare sorpreso Francesco fu un bambino catanese che gli chiese “Ma tu vuoi bene a Gesù?”. Bergoglio lo guardava negli occhi e non rispondeva – racconta il gesuita – il bambino ripetè la domanda e dopo un lungo silenzio il Papa gli rispose “Io so solo una cosa, che lui mi vuole tanto bene”.
Tanta folla all’incontro molto intenso e toccante con uno scrittore fra i più grandi intorno alla figura di Papa che è stato fra i più amati.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA