Cultura

Jarvis Cocker: “Se gli Oasis mi mettono in guestlist sarà bello vedere cosa combinano”

Credit: Raph_PH, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

L’iconico frontman dei Pulp, Jarvis Cocker, ha parlato con NME in una nuova intervista per celebrare l’uscita di “More“, il primo album della band dopo 24 anni.

Durante la discussione a Cocker è stato chiesto in merito al “ritorno del Britpop” che ha visto finora il ritorno di Oasis, Supergrass, Suede e altri, e gli è stato chiesto perché, secondo lui, il genere abbia visto un tale aumento di popolarità negli ultimi tempi.

Ho sempre odiato quella parola. Non mi associerei mai volontariamente ad essa“, ha esordito, prima di ricordare però come le persone, ora, sembrino veramente provare nostalgia per quell’epoca. “È stato un periodo emozionante prima che arrivasse quella definizione di band indie che iniziavano a fare scalpore sulla scena mainstream. Sembrava che potesse scoppiare una rivoluzione“, ha spiegato. “Se la gente si sente di nuovo così, se sente di poter fare qualcosa di proprio e di poter essere notata, allora sarebbe fantastico. Se quell’atteggiamento dovesse tornare, ne sarei molto entusiasta, ma non sono così entusiasta della parola ‘BP’, che è terribile“.

Alla domanda se avesse intenzione di andare a vedere gli Oasis dal vivo durante la loro serie di concerti di reunion, il cantante ha risposto: “Se riuscissi a entrare nella guestlist, mi piacerebbe molto vedere cosa fanno!“.

In un altro passaggio è bello andare a (ri)scoprire il metodo o meglio lo spunto di lavoro del buon Jarvis, con ciò che amore e pop hanno instillato (e continuano a farlo) in lui:

“Fin da piccolo ero ossessionato dalla musica pop e cercavo di imparare qualcosa del mondo attraverso di essa. Ho iniziato a scrivere canzoni più o meno nello stesso periodo in cui ho iniziato a cercare di avere delle relazioni sentimentali. Mi sono reso conto che una storia d’amore non aveva nulla a che vedere con le canzoni d’amore. Mi sentivo un po’ ingannato dal modo in cui l’amore veniva presentato nelle canzoni pop. Questo mi ha fornito il modello su cui basare il mio lavoro di autore dei testi dei Pulp: scrivere canzoni d’amore, ma in modo più fedele alla mia visione delle cose. Non è cambiato nulla. Forse è per questo che i giovani ascoltano le canzoni dei Pulp: perché ero un adolescente quando ho ideato quel concetto. Cerco ancora un significato nella musica. Alcuni dicono che è solo intrattenimento, ma per me è sempre stato qualcosa di più”.


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