Economia

Iveco, Exor tratta la vendita: Tata possibile acquirente. I sindacati scrivono al ministro Urso

Iveco potrebbe essere in vendita. Secondo indiscrezioni riportate da Reuters, la famiglia Agnelli sarebbe in trattativa per la possibile cessione, con Tata Motors indicata tra i potenziali acquirenti per la società che produce camion e veicoli commerciali (Exor avrebbe avviato discussioni con più di una controparte, comunque non europea).

Secondo le fonti sentite, il gruppo indiano si sarebbe fatto avanti con Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann, per rilevare la quota di controllo in Iveco Group, ma la vendita non includerebbe Idv, ovvero le attività nel settore difesa.

Balzo in Borsa

Numerose le reazioni alla notizia, da quelle del versante politico a quelle di parte sindacale. Dal punto di vista finanziario, invece, il titolo ha preso giovamento dalla notizia. Iveco, infatti, ha fatto il botto a Piazza Affari in chiusura di seduta. Il titolo, salito fino a oltre il 9% dopo le prime indiscrezioni mai smentite da Exor, ha guadagnato nel finale l’8,32% a 16,6 euro. Il potenziale acquirente, il colosso indiano Tata, è da sempre vicino all’ex-Lingotto. Exor (+0,56% a 89,5 euro ad Amsterdam) è primo azionista di Iveco con oltre il 27% , seguono diversi fondi, tra cui Acadian Asset Management con il 3,68% e Norges Vabk con il 3,65%. . Exor, intrepellata, ha replicato con un «no comment».

Per il leader di Azione, Carlo Calenda, «stanno smantellando tutto. ⁦Giorgia Meloni⁩ dovete intervenire subito sia per capire se Elkann sta effettivamente vendendo agli indiani. In questo caso vanno poste condizioni relative ad occupazione e brevetti attraverso golden power», ha scritto sui social l’ex ministro del governo Renzi.

I sindacati scrivono a Urso

Non meno forte la presa di posizione dei sindacati, che hanno scritto congiuntamente una lettera al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. «Con la presente, anche alla luce delle notizie circolate in queste ore su una possibile vendita di Iveco e non smentite dall’azienda, unitamente a quelle relative allo spin off della divisione Defence, si aggravano le nostre preoccupazioni riguardo il futuro dei lavoratori di tutto il gruppo. Per questo a nostro avviso siamo a ribadire che, come già fatto con nostre lettere del 10 febbraio 2025 e dell’11 giugno, si rende necessaria una convocazione urgente presso il vostro Ministero per comprendere la reale situazione», è quanto si legge in una richiesta congiunta dei sindacati, inviata da Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, Fismic-Confsal, UglM e AqcfR.


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