Italia paradiso fiscale per ricchi. Il banchiere svizzero sceglie la Toscana
A Ginevra ha lasciato tutti con un palmo di naso la decisione di un importante banchiere di lasciare quella che è ritenuta, anche se tra le più care, la quinta città al mondo per qualità della vita, per trasferirsi armi e bagagli in Italia. Eppure il 62 enne Renaud de Planta, già senior associato della banca privata Pictet- un’istituzione nella Ginevra finanziaria -oltre che membro del Consiglio di amministrazione della Banca Nazionale Svizzera, si stabilirà parte in Toscana parte sull’isola d’Elba, entrambi luoghi dove possiede una casa. “Renaud de Planta ha negoziato un interessante accordo fiscale con l’Italia”, scrive il settimanale Le Matin Dimanche.
Nel 2019 de Planta, che alla banca Pictet gestiva la clientela più abbiente, venne indicato, dal mensile economico Bilanz, quale migliore banchiere svizzero. Poi, lo scorso anno, la decisione di lasciare Pictet e, nei giorni scorsi, l’indiscrezione, che l’interessato ha deciso di non commentare, di trasferirsi in Italia. In seno all’istituto in cui per anni si è fatto apprezzare, prevale lo choc ma, pure, una certa dose di biasimo. C’è, infatti, chi commenta la sua partenza come “un messaggio negativo per la banca, per la clientela, per Ginevra e per la stessa piazza finanziaria svizzera”.
“Fisco italiano non ha rivali”
Oltretutto Renaud de Planta, nel 2022, è stato tra i creatori della Fondazione per l’attrattività di Ginevra. Per l’avvocato è docente universitario Xavier Oberson, il banchiere ha ceduto alle lusinghe dell’attrattività fiscale italiana. “Che- ne è convinto Oberson -attualmente non ha rivali in questo campo”. Quindi, il giurista, ha spiegato che a Ginevra chi possiede una fortuna di 100 milioni di franchi e ne ricava un reddito annuo di 5 milioni, “finisce di pagare, su questo ammontare, oltre 3 milioni di imposte”. “In Italia, invece, si liquida la pendenza con un forfait di 200 mila euro”. Un’opportunità di cui hanno già approfittato quasi 1500 contribuenti.
Sempre stando a Xavier Oberson va detto, inoltre, che sia sul versante immobiliare che su quello del costo della vita, l’Italia è oggi più interessante della svizzera. A far decidere il banchiere de Planta a trasferirsi nella Penisola c’è stato, poi, probabilmente un altro elemento che sta mettendo in ansia molti Paperoni residenti nella Confederazione. Si tratta di un’iniziativa popolare del Movimento giovanile socialista svizzero, sulla quale si dovrebbe votare quanto prima e che mira a falcidiare tutte le eredità sopra i 50 milioni di franchi, destinandone la metà a non meglio precisati scopi ambientali.
Norvegesi verso la Svizzera
La morale della favola di questa storia? Che i ricchi cercano sempre di stabilirsi dove si pagano meno tasse. Se de Planta se ne va in Italia non pochi miliardari norvegesi, che si sentono vessati dal fisco del loro Paese, sono approdati in Svizzera. Fa anche un po’ specie, andando indietro con gli anni, scoprire che l’Italia, un tempo terra da cui i ricchi si allontanavano, a causa dei rapimenti e del terrorismo, oggi sia diventata una sorta di buen retiro per chi è pieno di soldi. Una sorta di cammino inverso, rispetto a quello compiuto da risorse per il Paese, come la dinastia degli imprenditori farmaceutici romani Bertarelli, negli anni ’70 e ’80. Stabilitasi, guarda caso, proprio a Ginevra, da dove se ne va de Planta.
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