“Israele deve pagare per la ricostruzione di Gaza?”, giornalista licenziato per una domanda scomoda. È polemica
“Se la Russia dovrà pagare per la ricostruzione dell’Ucraina, lei crede che anche Israele dovrà farlo per Gaza?”, chiede il giornalista Gabriele Nunziati a Bruxelles alla portavoce della commissione Ue Paula Pinho. Passano due settimane e il corrispondente dell’agenzia Nova riceve una lettera che comunica la fine del rapporto di collaborazione. Licenziato. Il caso solleva polemiche e il Consiglio dell’ordine dei giornalisti chiede il reintegro del collega.
Il fatto risale al 13 ottobre durante il Midday briefing. Da pochi giorni era stata siglata la tregua in Medio Oriente. Nunziati partecipa a una delle tradizionali conferenze stampa che l’esecutivo Ue svolge per i corrispondenti da Bruxelles. Si rivolge a Pinho per chiederle se la Commissione europea ritenesse che Israele dovesse pagare per la ricostruzione della Striscia di Gaza dal momento che aveva detto che la Russia doveva pagare per quella dell’Ucraina. Pinho aveva definito la domanda “interessante” e aveva aggiunto che la Commissione non intendeva commentare. Trascorrono 15 giorni e lo scorso 27 ottobre arriva la comunicazione da parte della sua agenzia di stampa che chiude la collaborazione di lavoro. Il video della domanda scomoda inizia a circolare sul web e montano le prime polemiche.
“Non si può essere di fatto licenziati per aver posto una domanda”, sottolinea in una nota il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti che “esprime sconcerto per la vicenda” legata a una domanda posta alla portavoce della commissione Ue, ritenuta, successivamente, “fuori luogo e tecnicamente sbagliata” dalla stessa agenzia con cui collaborava. Il Consiglio nazionale dell’Ordine “ricorda che il ruolo del giornalista, indipendentemente dalle tutele contrattuali, è quello di porre domande che possono risultare scomode o poco gradite. Il Consiglio – conclude la nota – chiede quindi che il collega sia reintegrato in tempi brevi e a pieno titolo nel suo ruolo”.
Solidarietà a Nunziati è stata espressa da Sandro Ruotolo, europarlamentare del Partito democratico e responsabile informazione nella segreteria Pd: “Licenziare un giornalista per aver posto una domanda, per quanto scomoda o controversa, è un fatto gravissimo che dovrebbe allarmare chiunque abbia a cuore la libertà di stampa. Prendiamo atto delle spiegazioni fornite dall’Agenzia Nova, secondo cui la domanda sarebbe stata ‘tecnicamente sbagliata’. Ma la verità è che non esiste la domanda sbagliata. Nel giornalismo, come nella democrazia, esistono solo domande, quelle che servono a cercare risposte, anche quando fanno discutere”.
Interviene su X l’eurodeputata di Avs Ilaria Salis: “Gravissimo che un giornalista venga licenziato per aver posto una domanda ‘scomoda’, che mette in luce l’inaccettabile doppio standard dell’Unione europea. Un segnale allarmante per la libertà di stampa”.
Dalla Commissione Ue riferiscono di “non aver avuto contatti con l’agenzia Nova” riguardo all’interruzione del rapporto di collaborazione con il giornalista, precisa la portavoce capo dell’esecutivo Ue Paula Pinho. Aggiungendo di “non avere nulla a che fare con quest’ultima decisione perché le domande sulla questione specifica dovrebbero essere rivolte all’agenzia Nova”, afferma Pinho, notando che la Commissione “attribuisce la massima importanza alla libertà di stampa. In questo contesto, è sempre disponibile a rispondere a ogni domanda, nel contesto del briefing con la stampa di mezzogiorno”, conclude.



