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Israele, attesa la liberazione dei primi ostaggi. Netanyahu: “Tregua temporanea, pronti a tornare”


Israele, attesa la liberazione dei primi ostaggi. Netanyahu: "Tregua temporanea, pronti a tornare"

Sono ore di tensione quelle che in Israele come nella Striscia di Gaza che precedono l’inizio della tregua, prevista per domattina alle ore 8.30. Una tregua che, tuttavia ha tutte le fragilità di un cessate-il-fuoco temporaneo, ma soprattutto della pausa militare senza un sostrato di negoziazione politica. Questa sera migliaia di persone si sono riversate in Piazza degli ostaggi a Tel Aviv per la manifestazione settimanale che chiede il rilascio dei prigionieri, circa dodici ore prima che entri in vigore l’accordo per il cessate-il-fuoco e la presa degli ostaggi a Gaza. Centinaia di manifestanti hanno marciato anche a Gerusalemme per dimostrare il loro sostegno all’accordo: “Non ci fermeremo finché non saranno tutti tornati“, scandiscono i dimostranti mentre partono da Piazza Sion, nel centro della città.

E mentre si attende la prima fase, attimi di terrore questo pomeriggio a Tel Aviv: un uomo armato di coltello ha ferito un uomo prima di essere “neutralizzato” dagli spari di un civile armato, secondo quanto riferito dalla polizia israeliana. L’assalitore era un “terrorista“, ha scritto la polizia, suggerendo che fosse un palestinese. Inizialmente, le forze di sicurezza hanno riferito che diverse persone erano state ferite dagli spari. Tuttavia, “le indagini preliminari rivelano che un terrorista armato di coltello ha accoltellato un civile” in Levontin Street.

L’establishment di Tel Aviv seguita a ribadire l’aspetto transitorio della tregua: “Il cessate il fuoco approvato è temporaneo. Ci riserviamo il diritto di tornare in guerra“, ha dichiarato intanto Benjamin Netanyahu, in un suo intervento televisivo. Il premier ha anche sottolineato come sia il presidente americano uscente, Joe Biden, sia Donald Trump, hanno garantito la ripresa dei combattimenti qualora l’accordo di pace dovesse fallire: è questa la grande debolezza dei primi sedici giorni della fase uno. Nel dettaglio, Netanyahu ha sottolineato che “Trump garantirà che avremo tutte le armi e munizioni di cui abbiamo bisogno e se non raggiungeremo un accordo useremo una forza tremenda a Gaza. Il principio è che dobbiamo mantenere la capacità di tornare indietro e se necessario combattere per molti mesi”.

Netanyahu ha dichiarato di essere rimasto fermo su 3 punti durante i negoziati: in primo luogo, ha dichiarato che Israele mantiene il diritto di tornare a combattere se necessario con il sostegno degli Stati Uniti; in secondo luogo, ha chiesto un aumento significativo del numero di ostaggi vivi da restituire nella prima fase dell’accordo; in terzo luogo, ha insistito sul mantenimento di una presenza nel Corridoio Filadelfia.

Trump ha dichiarato che l’accordo “reggerà meglio”, mentre nel programma Meet the Press della NBC News gli è stato chiesto se è sicuro che i prigionieri israeliani tenuti da Hamas saranno presto liberati. Trump ha affermato di aver detto al primo ministro israeliano: “Continua a fare ciò che devi fare. Devi avere… questo deve finire. Vogliamo che finisca, ma continua a fare ciò che deve essere fatto“. Aggiunge che lui e il premier israeliano si incontreranno “abbastanza presto”, senza però fornire ulteriori dettagli.

L’esercito israeliano ha pubblicato una mappa delle zone soggette a restrizioni durante l’imminente pausa dai combattimenti, spiegando che le sue forze si ridistribuiranno in quelle aree. Le zone soggette a restrizioni includono una zona cuscinetto lungo il confine con Gaza. Un alto funzionario militare israeliano ha dichiarato che i palestinesi non potranno attraversare il corridoio di Netzarim, che attraversa il centro di Gaza, per i primi 7 giorni del cessate-il-fuoco. Le Idf inizieranno a ritirarsi il settimo giorno, ma il funzionario non ha fornito dettagli su cosa accadrà dopo. La fonte ha parlato a condizione di anonimato, in linea con i regolamenti militari.

Mentre gli abitanti di Gaza attendono con ansia l’inizio della sospensione del conflitto, gli attacchi continuano a colpire l’exclave, in particolare nel nord, dove Israele sta cercando di sedare un’insurrezione di Hamas. Nelle ultime 24 ore, 23 palestinesi sono stati uccisi e altri 83 sono rimasti feriti, ha affermato sabato mattina il ministero della Salute di Gaza. I raid israeliani hanno scatenato la dura reazione del gruppo terroristico della Jihad Islamica, che ha minacciato di uccidere gli ostaggi nelle sue mani, se Israele non fermerà gli attacchi nelle ultime ore prima dell’entrata in vigore del cessate-il-fuoco.

Le famiglie degli ostaggi dovrebbero chiedere al governo di cessare i raid perché “potrebbero essere un motivo per uccidere i loro figli“, ha detto Abu Hamza, portavoce del braccio armato delle Brigate al-Quds.


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