Israele attacca la Siria in risposta a un lancio di razzi
L’esercito israeliano (Idf) ha annunciato che i suoi “caccia hanno colpito armi appartenenti al regime siriano nell’area della Siria meridionale”, in seguito ai razzi lanciati verso il territorio israeliano nella mattinata di ieri. “Il regime siriano è responsabile dell’attuale situazione in Siria e continuerà a subirne le conseguenze finché continueranno le attività ostili dal suo territorio – si legge inoltre in un comunicato dell’Idf pubblicato su Telegram -. L’Idf opererà contro ogni minaccia allo Stato di Israele”. In precedenza l’Osservatorio siriano per i diritti umani aveva parlato di una serie di attacchi nel sud del Paese
In seguito al lancio di razzi dalla Siria verso Israele il ministro della Difesa Israel Katz ha puntato il dito contro il nuovo leader di Damasco Ahmad al-Sharaa (al Jolani), “direttamente responsabile di ogni minaccia e lancio di razzi contro lo Stato di Israele”. “La piena risposta arriverà presto”, ha minacciato Katz, aggiungendo che Israele “non permetterà un ritorno alla realtà del 7 ottobre”, riportano i media israeliani.
Il ministero degli Esteri siriano ha parlato dei lanci di razzi verso le alture meridionali del Golan, affermando che non vi erano prove che fossero stati lanciati razzi dal territorio siriano verso Israele e che la Siria “non è interessata a rappresentare una minaccia per nessuna parte nella regione”. Il ministero degli Esteri siriano ha anche commentato i raid aerei israeliani, sostenendo che molte persone sono rimaste ferite e che sono stati causati danni significativi nella città di Daraa.
Intanto, dopo tre attacchi in tre giorni, la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf) ha annunciato che i suoi siti di distribuzione degli aiuti oggi non saranno operativi per permettere di svolgere le attività logistiche necessarie per accogliere un maggior numero di persone. Lo riporta il Times of Israel. In questo modo, l’esercito israeliano (Idf) avrà anche il tempo di preparare percorsi di accesso più sicuri ai siti, prima della ripresa delle operazioni giovedì. Intanto, un portavoce dell’Idf ha avvertito i palestinesi che il passaggio sulle strade che portano ai siti di distribuzione sarà vietato nel frattempo, poiché queste vie sono considerate zone di combattimento.
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