Ispezioni in aziende, irregolari il 64 per cento: cosa c’è nei verbali, dalla sicurezza al lavoro nero
di Chiara Fabrizi
In Umbria sono state riscontrate irregolarità nel 64 per cento delle aziende sottoposte a controllo dall’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl). L’elevata incidenza, che è comunque di molto inferiore a quella media nazionale, che si attesta al 74 per cento, è emersa lunedì quando a Roma l’agenzia ha presentato l’attività di vigilanza compiuta nel 2024: in Umbria lo scorso anno sono stati compiuti e portati a definizione, cioè conclusi, 2.216 accertamenti in altrettante aziende del territorio e in 1.418 sono state riscontrate infrazioni di varia natura, alcune delle quali sfociate in contestazioni penali, che sono state 108. Tra quest’ultime vanno segnalate le 96 persone considerate vittime di sfruttamento o di caporalato, di cui 89 impiegate nel comparto agricolo, cinque in quello industriale e due nell’edilizia. Vanno poi segnalati anche i 272 lavoratori in nero, di cui 32 perfino privi di permesso di soggiorno.
Stando al report diffuso nelle ultime ore dall’Inl i settori in cui sono state verbalizzate la quota maggiore di irregolarità sono quelli del terziario e delle costruzioni, che sono anche gli stessi su cui si è concentrata la stretta degli ispettori. In particolare, per le attività che erogano servizi sono stati attivati 1.015 controlli di cui 679 hanno dato esito positivo, facendo cioè riscontrare violazioni, con un’incidenza che si attesta al 66,9 per cento ed è dunque anche superiore a quella media regionale. Raffica di ispezioni anche nei cantieri: nel 2024 sono state 878 le imprese controllate di cui 533 sono risultate irregolari, con un tasso che in questo caso è inferiore a quello medio umbro, attestandosi al 60,7 per cento. Tuttavia, l’incidenza più elevata per infrazioni di varia natura, ovvero il 70,5 per cento, si rileva nel comparto agricolo, che lo scorso anno è stato sottoposto a 122 verifiche di cui 86 sono sfociate in verbali. Infine, non sorride neanche l’industria su cui sono scattate 198 ispezioni in altrettante imprese e 119 non hanno superato il controllo, ovvero il 60,1.
La ripartizione per codice Ateco delle aziende al centro dell’accertamento consegna ambiti specifici di attività con incidenze anche molto superiori alla media regionale: «finanziarie e assicurative» (irregolarità nel 100 per cento dei casi su tre controlli); «amministrazione pubblica e difesa» (100 per cento su un controllo); «fornitura acqua, reti fognarie e gestione rifiuti» (81,8 su 11 controlli); «sanità e assistenza sociale» (80,8 su 26 controlli); «artistiche, sportive e di intrattenimento» (78,6 su 14 controlli); «professionali, tecniche e scientifiche» (76,9 su 78 controlli); «servizi alloggio e ristorazione» (72,7 per cento su 231 controlli); «famiglie datori lavoro personale domestico» (72,4 su 29 controlli).
Ma cosa c’è nei verbali redatti dall’Inl? Il dato più eclatante è relativo al numero di violazioni di norme a tutela della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro, che sono 1.522, perché chiaramente ogni azienda può violarne più di una, e qui i settori dove è stato riscontrato il maggior numero di infrazioni sono terziario (656) e edilizia (578). Sono invece 645 le violazioni amministrative addebitate, sempre in testa terziario (441) e edilizia (146). Sul fronte penale le contestazioni sono state 108 coi settori di terziario (69) e agricoltura (20) a guidare la classifica peggiore. In particolare, gli ispettori dell’Inl hanno contato 242 lavoratori in nero di cui la stragrande maggioranza impiegata tra terziario (127) e agricoltura (63), mentre sono stati cinque i minorenni pizzicati all’opera, tutti nel terziario. Numerosi i lavoratori colpiti anche dal cosiddette fenomeni interpositorio, vale a dire la fornitura di manodopera: in questo caso il bilancio lievita fino a 1.526 addetti coinvolti coi settori più interessati dal meccanismo che sono il terziario (1.125) e l’edilizia (398). Infine, si sono anche contati 233 lavoratori costretti a operare in violazione della disciplina prevista in materia di autotrasporto, anche in questo caso tutti in organico a imprese del terziario.
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