Basilicata

Isola, vessato per l’eredità: braccialetto elettronico a sorella e cognato

Braccialetto elettronico per la sorella e il cognato di un avvocato di Isola Capo Rizzuto dopo una serie di atti persecutori per questioni di eredità


ISOLA CAPO RIZZUTO – Gli atti persecutori, a quanto pare per questioni ereditarie, andavano avanti da almeno tre anni. Ma le denunce dell’avvocato Domenico Magnolia erano state archiviate. Alla fine, però, la sua vita è diventata un inferno. E il pm Umberto Iurlaro, accogliendo le documentate istanze del legale, ha ritenuto sufficienti gli elementi per emettere un provvedimento restrittivo nei confronti di una sorella del professionista e del cognato. La gip del Tribunale di Crotone Assunta Palumbo ha pertanto disposto l’applicazione del braccialetto elettronico nei confronti di Iolanda Magnolia e Santo De Meco.

LE MINACCE

«Ti ammazzo. Dove ti vedo ti distruggo. Ti faccio vedere io che ti faccio passare». Le molestie erano continue, stando alle denunce raccolte dai carabinieri della Tenenza di Isola Capo Rizzuto. Ogni volta che l’avvocato Magnolia usciva di casa veniva pedinato con l’auto, minacciato e insultato. Addirittura in qualche circostanza gli sarebbe stato ostruito il passaggio mentre era a bordo del suo scooter, tant’è che aveva smesso di utilizzare il ciclomotore.

I messaggi denigratori sui social non si contano. Ma le minacce erano anche nei confronti degli anziani genitori dell’avvocato, che temeva per l’incolumità dei propri congiunti. Vessazioni che hanno indotto il legale a cambiare le proprie abitudini. Per esempio, è stato costretto a installare 14 videocamere di sorveglianza lungo il perimetro della propria abitazione. Era l’unico modo per evitare di incontrare la sorella e il cognato che ogni volta che lo vedevano lo ricoprivano di insulti e parolacce. Le minacce sarebbero state pronunciate dagli indagati addirittura alla presenza di minorenni.

ISOLA, LE CONTESE SULL’EREDITÀ E L’APPLICAZIONE DEL BRACCIALETTO ELETTRONICO

La controversia è stata originata da un’eredità lasciata dal padre che ha suddiviso il patrimonio tra i figli. Una vicenda oggetto di dispute che hanno portato al deterioramento dei rapporti tra i familiari. In particolare, il cognato chiedeva un quid pluris rispetto agli altri congiunti dopo la divisione di un appezzamento di terra di cui il padre del denunciante è proprietario. La situazione è degenerata nel 2021, quando l’avvocato ha denunciato un’aggressione nei suoi confronti. Ne è scaturito un processo penale poi sospeso in seguito all’ammissione degli indagati alla messa alla prova.  Alla fine la gip Palumbo ha disposto che i due indagati non possano avvicinarsi ai luoghi di frequenza abituale dell’avvocato Magnolia che, dal canto suo, ha accettato di indossare il dispositivo che segnalerà eventuali violazioni della misura.

L’AGGRESSIONE

Non c’entra nulla, con i fatti oggetto della misura cautelare, l’aggressione violenta subita nei mesi scorsi dall’avvocato da parte di un cliente che si era rifiutato di corrispondere l’onorario. Una circostanza già balzata all’attenzione delle cronache. L’episodio aveva suscitato sdegno nel Foro crotonese e immediate furono le reazioni di solidarietà nei confronti del professionista anche per le modalità dell’aggressione, avvenuta nel suo studio legale.


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