Basilicata

Isola Capo Rizzuto, tentacoli della ‘ndrangheta sulla Bandiera blu

I rapporti dubbi tra l’emergente dei clan e il marito della sindaca di Isola e i tentacoli della ‘ndrangheta sulla bandiera blu


ISOLA CAPO RIZZUTO – La Bandiera blu? Merito della ‘ndrangheta, mica del Comune di Isola Capo Rizzuto. Almeno questo sostiene Luigi Masciari, figura emergente nei nuovi assetti criminali delineati dall’inchiesta che ha portato, nel marzo scorso, all’operazione “Blizzard Folgore”. Dal voluminoso faldone dell’indagine, ormai discoverato, verrebbe fuori che, nel corso di una conversazione intercettata presso una casa di cura a San Donà di Piave, dove era ricoverato, Masciari si vantava con i propri interlocutori delle sue entrature nell’amministrazione comunale di Isola Capo Rizzuto ma anche della sua capacità di condizionare l’assegnazione della bandiera blu.

Difficile dire se Masciari millantasse. Quello che sembra certo è che, nel maggio 2022, Masciari precisava di essere stato contattato da Roberto Bianchi, marito della sindaca Maria Grazia Vittimberga (rieletta nel maggio scorso) che lo aggiornava sui progetti in corso nella località Le Cannella. E quando gli chiedono quanto gli sia costata la bandiera blu, Masciari afferma che non c’è stato bisogno di pagare dal momento che hanno saputo del suo acquisto di un bar e di un B&b, lasciando così intendere la sua influenza sul territorio.

Secondo Masciari, la bandiera blu «non è stata un’iniziativa del Comune, perché se così fosse stato l’avrebbero data a Le Castella o Capo Rizzuto». Piuttosto, «è stata la gestione diretta che ha dato la bandiera blu a Le Cannella». E ancora: «è stata fatta bandiera blu in virtù del fatto che ha comprato il locale, senza bisogno di dire altro».

RAPPORTI DUBBI

L’inchiesta della Dda di Catanzaro getta ombre sulla “natura dubbia” di alcuni rapporti del marito della sindaca con esponenti della criminalità organizzata isolitana, peraltro emersi in precedenti contesti investigativi. Bianchi non risulterebbe indagato in questo procedimento. Ma, evidenziano gli inquirenti, Bianchi è stato monitorato durante una riunione, all’interno di un capannone, con persone ritenute contigue ai clan. Ed è stato iscritto nel registro delle notizie di reato dai carabinieri di Egna, in provincia di Bolzano, poiché si sarebbe reso responsabile di reati di falso e lesioni colpose in relazione a un incidente sul lavoro per cui Masciari è stato condannato. Non a caso Masciari, a colloquio con Bianchi, dice di avere 75 procedimenti pendenti tra i quali quello in comune col suo interlocutore. Li ha vinti quasi tutti, comunque.

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L’ACQUISTO DELL’ALBERGO

Il problema, però, è un altro, secondo la ricostruzione dei carabinieri del Comando provinciale di Crotone e dei loro colleghi del Ros. Masciari e Bianchi si confrontano non solo con le pendenze comuni, ma anche sulle scelte amministrative e i fondi da destinare alla frazione Le Cannella. Qui sono concentrati i suoi interessi. E qui Masciari vuole esprimere una sorta di controllo del territorio. Bianchi, però, non solo non ricopre cariche amministrative ma manifesta un atteggiamento di “adulazione ingiustificata”, è la sottolineatura degli inquirenti, nei confronti di Masciari.

A un certo punto quest’ultimo riferisce di aver comprato un albergo a Le Cannella, e Bianchi sottolinea che lui si è sempre comportato in maniera corretta. Quindi il marito della sindaca informa Masciari di vari step burocratici sui progetti in corso, tra cui quello relativo a un parcheggio vicino casa sua. Dal canto suo, Masciari annuncia che appena rientrerà in Calabria vuole presentare un progetto per lo sviluppo di Le Cannella, tra cui dieci casette prefabbricate accanto al suo hotel, l’unica struttura ricettiva della zona. Sicché Bianchi si propone di fargli fare un giro nella frazione per illustrargli i lavori in corso.

Ma c’è chi si lamenta dei lavori di asfaltatura e Masciari annuncia: “fammi scendere che li acchiappo ad uno ad uno”, riferendosi ad alcuni suoi parenti che avevano commentato negativamente sui social l’operato dell’amministrazione. A quel punto Bianchi osserva “’nci mandu u crapettu”. Per gli inquirenti potrebbe trattarsi di un’allusione ad un atto intimidatorio. Nello stesso contesto, Masciari contatta il fratello Antonio per dirgli che dovrà parlare con Bianchi per evitare che l’amministrazione conceda ad altri il permesso di costruire un chiosco nei pressi del porticciolo. Insomma, Masciari vuole “investire” a Le Cannella e chiede supporto all’amministrazione pubblica per costruire una serie di bungalow.

L’”AMICO” MIO

Colui che si vantava di intrattenere rapporti privilegiati con l’amministrazione comunale isolitana sottolineava anche, nei colloqui intercettati, di rivestire un ruolo di vertice all’interno delle famiglie mafiose di Isola, in via riorganizzazione. Intanto, però, Masciari ha bisogno dell’aiuto del marito della sindaca che, a suo dire, lo agevolerebbe nell’evitare una multa da 20mila euro per costruzione abusiva. «Roberteddu è un amico mio». Dal canto suo, Bianchi gli suggerirebbe di presentare rapidamente la domanda “per il discorso del lido”. C’è anche un incontro con alcuni esponenti dei clan durante il quale Masciari si anima e rappresenta che, “per diritto”, la gestione di un chiosco dev’essere concessa a lui.

A Le Cannella, insomma, nessun progetto può avere il beneplacito se contrasta con le sue aspirazioni imprenditoriali. Il discorso prosegue durante una cena in provincia di Bolzano che, dato lo spessore criminale di alcuni partecipanti, sembra più un summit. «Solo la spiaggia avete a Le Canella, il resto lo costruisco io». Inoltre, Masciari sembra intenzionato a non riconoscere nulla alla famiglia Pullano, che praticherebbe attività estorsive. Per questo chiederà a Bianchi una concessione “diretta” per l’utilizzo della spiaggia”.

GESTIONE AL FIGLIO DI SCARFACE

Del resto, lui si sente “protetto”, con riferimento all’appartenenza ad un contesto associativo criminale. “Siamo forti”. La conclusione degli inquirenti è che, avendo appreso da Bianchi in anticipo degli investimenti pubblici previsti a Le Cannella, Masciari si sarebbe deciso ad acquistare, a un prezzo più vantaggioso, il bar e B&b, consapevole che la zona sarebbe stata riqualificata. Le Cannella attirerà turisti, Masciari ne è convinto, stando quanto traspare dai dialoghi captati dagli investigatori. Intanto, promette il bar acquistato niente di meno che a Pasquale Manfredi detto Scarface, il bazookista della cosca Nicoscia che sconta l’ergastolo nel carcere di Livorno, per farlo gestire da uno dei suoi figli appena uscito di prigione.


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