Isernia, Fabrizio incalza il centrodestra: “Il prossimo sindaco va scelto tra i consiglieri comunali” – isNews
L’INTERVISTA/ L’esponente di opposizione guarda allo scranno più alto di Palazzo San Francesco e rilancia l’idea del contratto scritto: “Darebbe un perimetro alla coalizione, ma quattro anni fa non mi ascoltarono”. E sulla governabilità: “Gli assessori non sono contentini dei partiti, meglio deciderli prima dell’elezione”
di Giuliano Vacca
ISERNIA. A due anni dalle elezioni gli converrebbe restare cauto anziché sbilanciarsi lanciando un’idea che farà discutere anche i suoi alleati. Raimondo Fabrizio le tattiche della politica, grazie a un’esperienza amministrativa decennale tra i banchi di Palazzo San Francesco, le conosce ma preferisce evitarle e gettare il cuore oltre l’ostacolo.
E sfidando a viso aperto il centrodestra di cui egli stesso è esponente di peso, punta il dito contro gli errori del passato: è dal 2012 che la coalizione azzurra non guida la città di Isernia. Da quel momento i personalismi hanno lacerato gli equilibri e hanno portato a una spaccatura sia nel 2016 sia nel 2021. Per Fabrizio la tendenza si può invertire soltanto in modo: “Evitiamo i tavoli di coalizione – dice – che hanno alimentato soltanto giochetti tra partiti e la presenza di nomi calati dall’alto”. E insiste: “Il prossimo candidato sindaco deve essere scelto tra e dai consiglieri comunali di centrodestra. Se noi troviamo una quadra i partiti non potranno non seguirci: la smettessero di usare Isernia come pedina di scambio, chiedendosi solo se la nostra città debba essere guidata da un primo cittadino di questo o quel partito”.
Un contratto scritto che dia quindi un perimetro alla coalizione e che l’avvocato e consigliere comunale isernino aveva già immaginato 4 anni fa ricevendo risposte non positive. “Ricordo bene il momento in cui lo proposi – spiega -molte delle persone che si opposero tra l’altro non riuscirono neanche a metter su una lista. Pensavano di essere i migliori, di avere tantissimi voti eppure le urne dissero tutt’altro. Penso – aggiunge – che la situazione sia cambiata e che gli attuali big di partito sapranno mediare, in passato invece fu evidente che più di qualcuno non avesse interesse a vincere”. Un riferimento al fuoco amico subito quando era ancora in Forza Italia e i suoi ex compagni di partito in maniera poco chiara scelsero di non supportarlo nella corsa per la fascia tricolore.
Per l’esponente di opposizione ora bisogna andare alla ricerca di una persona rappresentativa che abbia esperienza politica, conoscenza della macchina amministrativa e una cospicua dote elettorale. Un identikit a cui lo stesso Fabrizio risponde. E, infatti, nonostante il passo di lato forzato nel 2021, non ha smesso di immaginarsi sindaco di Isernia a capo di un centrodestra unito. E lo ammette: “È ancora il mio sogno – dice chiaramente – penso di avere la medicina per curare questa città”. Un ostacolo però potrebbe essere rappresentato dagli equilibri in Regione: Fabrizio, infatti, è il primo dei non eletti della lista ‘Il Molise che Vogliamo” e, secondo le voci, l’assessore Gianluca Cefaratti potrebbe restare in giunta ma cedendo il proprio posto in consiglio proprio a Fabrizio che dinanzi a tale ipotesi risponde: “Che ben venga, se nel frattempo arrivasse la nomina non mi tirerei indietro”.
Qualora quindi si dovesse ragionare di nomi diversi dal suo, all’avvocato piacerebbe che ciascun interessato si esponesse e dicesse pubblicamente “Sono disponibile”. Il ricorso alle primarie invece non lo convince a pieno: “Potrebbero pure piacermi – afferma – ma dovrebbero essere regolamentate e non aperte a tutti, non possiamo fare come il Pd che fa votare chiunque pur di veicolare i risultati. E poi parliamoci chiaro: se non siamo in grado di decidere autonomamente un sindaco come potremo decidere una squadra di Governo. Non possiamo rischiare di comportarci come Piero Castrataro, sindaco che attualmente si trova in balia di 9 assessori che rappresentano sia un aggravio economico sia un rallentamento della gestione del comune visto che la pensano spesso in maniera divergente. Gli assessorati non sono contentini per i partiti molto più senso avrebbe decidere la squadra prima delle elezioni”.
Per Fabrizio, quindi, anche il centrosinistra inizia a scricchiolare. In primis sotto un profilo pratico: “I lavori che vediamo in città sono il frutto o di lavori delle precedenti amministrazioni comunali o di finanziamenti stanziati dalla Regione. Spero poi che i cantieri non facciano la stessa fine di Piazza Tedeschi: sono passati 4 anni dal loro insediamento e ancora non sono stati capaci di aprire una fontana”. In secundis sotto un profilo politico: “Il tutto parte dalla stagione congressuale del Pd che ovviamente ha ripercussioni su Isernia: basti pensare a Marco Amendola, eletto nel centrodestra e che oggi pretende di diventare segretario provinciale dei dem. Castrataro è vittima di tutto questo e infatti si è trovato a rimuovere gli assessori Luca De Martino e Leda Ruggiero per sfamare gli affamati del Pd e garantirsi una nuova candidatura a sindaco”.
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