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Iran-Usa, sabato a Roma il nuovo round di colloqui sul nucleare – Il Tempo


L’Italia sempre più al centro della diplomazia internazionale. Secondo quanto riferito ad Axios da due fonti a conoscenza della questione, sabato a Roma dovrebbe svolgersi un secondo round di colloqui sul nucleare tra Stati Uniti e Iran. Gli statunitensi sarebbero stati soddisfatti dal primo round di colloqui in Oman, che si sarebbero conclusi secondo i piani e avrebbero raggiunto l’obiettivo di passare da un formato indiretto – gestito tramite intermediari – a uno diretto, con i funzionari che dialogano direttamente. L’amministrazione Trump – viene riferito – vorrebbe che fosse questo il formato a Roma, un cambio di sede suggerito dagli Stati Uniti.

 

 

Anche secondo Teheran i colloqui tenuti a Muscat sono stati “costruttivi e basati sul rispetto reciproco”. Il cerimoniale è stato elemento chiave del ‘tripartito’ in Oman. Il ministro degli Esteri iraniano Seyyed Abbas Araghchi e l’inviato speciale americano Steve Witkoff sono arrivati in Muscat in mattinata e sono stati ricevuti separatamente dal padrone di casa, il capo della diplomazia omanita Seyyed Badr al Busaidi. Entrambi hanno discusso con al Busaidi i termini dei colloqui, senza nascondere i risultati cui ciascuno ambiva. Ma senza eccessive aspettative. L’idea era di iniziare a delineare la cornice generale di un dialogo futuro, per superare anni di reciproche accuse e trovare un terreno comune su cui costruire un processo prevedibilmente lungo e difficile. L’Iran ha messo in chiaro i suoi di punti fermi: rifiuto di qualsiasi minaccia militare, negoziati solo sul nucleare, diritto dell’Iran all’arricchimento per scopi civili, un percorso chiaro verso un alleggerimento delle sanzioni. E avrebbe anche riproposto la sua vecchia idea di un Medio Oriente de-nuclearizzato, che significherebbe togliere a Israele l’arsenale atomico che mai ha riconosciuto di avere. E ha ribadito che mai andrà a Washington con il cappello in mano, nonostante le voci che a convincere la guida suprema Ali Khamenei ad accettare i colloqui chiesti da Trump sia stato lo spettro di un rovesciamento del suo regime. E l’ammonimento del presidente Usa che “l’Iran non può avere l’atomica”. 

 

 

Dal canto suo invece Washington ha insistito che il dialogo, se sarà, dovrà comprendere anche il ruolo regionale dell’Iran e il suo programma missilistico. Già parlarsi dunque è stato a suo modo un successo. Per oltre due ore e mezza, al Busaidi ha fatto la spola tra le due delegazioni sistemate “in stanze separate”, ha tenuto a sottolineare il portavoce del ministro iraniano, Esmaeil Baqaei. Attraverso il ministro, americani e iraniani si sono scambiati le posizioni dei rispettivi governi sul programma nucleare dell’Iran e la revoca delle sanzioni. Quando è apparso chiaro che tutto il possibile per un primo approccio era stato detto, le due delegazioni si sono apprestate a lasciare la sede dei colloqui. Ed è a quel punto che Witkoff e Araghchi si sono trovati faccia a faccia e hanno parlato direttamente per alcuni minuti, sempre alla presenza di al Busaidi. È la prima volta che esponenti dell’amministrazione americana e del governo iraniano hanno un contatto diretto dall’insediamento di Trump alla Casa Bianca. E a quanto pare non sarà l’ultima: Roma si prepara.


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