Marche

Ipotesi antenna telefonica in contrada Parete, residenti sulle barricate

FERMO – La raccolta firme è già iniziata al Bar Cuore in contrada Crocefisso e il tam tam tra i residenti è arrivato fino al palazzo di via Mazzini dove l’Amministrazione Calcinaro starebbe cercando di dissuadere la compagnia dal procedere con la trattativa privata per l’affitto del terreno

(foto di repertorio)

C’è fermento a contrada Parete e la raccolta firme promossa da alcuni residenti ne è la conferma. Ad allarmare chi in quella zona periferica della città di Fermo abita da sempre è la notizia che una compagnia telefonica starebbe cercando un sito dove installare la sua antenna. E, a quanto pare, la trattativa avviata con un privato sarebbe già a buon punto. Il rischio paventato da chi si sta mobilitando per evitare che ciò accada è di vedere presto “sorgere” un palo di trenta metri di altezza a poche decine di metri dalle abitazioni con tutti i dubbi che questo porta con sé.

La raccolta firme è già iniziata al Bar Cuore in contrada Crocefisso e il tam tam tra i residenti è arrivato fino al palazzo di via Mazzini dove l’Amministrazione Calcinaro starebbe cercando di dissuadere la compagnia dal procedere con la trattativa privata per l’affitto del terreno. In casi analoghi, infatti, i contratti stipulati prevendono durate superiori ai dieci anni.  Tutto è ancora in una fase embrionale ma alta è l’attenzione rivolta alle istanze dei residenti che temono, tra le altre cose, una svalutazione delle loro proprietà e delle aree edificabili a ridosso dell’antenna. Alcuni di loro ricordano che «grazie ad una azione simile, ovvero alla raccolta firme, sebbene ci siano voluti anni, alla fine è stata spostata l’antenna posizionata a Santa Caterina».

Anche in quella circostanza troppo vicina alle abitazioni. Lo stesso avverrebbe in contrada Parete dove c’è un terreno sul quale, come detto, l’antenna potrebbe sorgere trovandosi adiacente a diverse case. La preoccupazione dilaga a macchia d’olio e la protesta potrebbe sfociare addirittura nell’avvio di un’azione legale per chiedere eventuali risarcimenti danni se l’operazione dovesse andare in porto. Con i residenti pronti a fare scudo e squadra ed i clienti della compagnia telefonica a disdettare i contratti con la stessa e quindi a passare ad altro gestore come forma di protesta, almeno da quanto si apprende dai promotori della raccolta firme.

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