Ioannis Mandafounis al Romaeuropa Festival: «La libertà non è assenza di regole, ma accettazione del rischio»
La danza come linguaggio universale, la creazione come gesto di libertà, il movimento come arte. Alla 40esima edizione del Romaeuropa Festival, il Festival internazionale della capitale diretto da
Fabrizio Grifasi, la danza si confermata terreno di sperimentazione, dialogo e rinascita. Sul palco dell’Auditorium Conciliazione, la Dresden Frankfurt Dance Company ha presentato in prima nazionale un doppio programma che ha messo in relazione due visioni della contemporaneità: Undertainment di William Forsythe e Lisa di Ioannis Mandafounis. Due modi diversi ma complementari di intendere il gesto: come linguaggio, come pensiero, come atto di presenza. In Undertainment, Forsythe torna a interrogare il rapporto tra struttura e improvvisazione. Il coreografo americano, maestro nell’arte di spingere la danza oltre se stessa, costruisce un terreno di libertà apparente, dove il movimento nasce nel momento stesso in cui accade. È una danza che si auto-genera. Con Lisa, Ioannis Mandafounis, raccoglie e rinnova quell’eredità, portandola verso una dimensione più collettiva e organica. «Lisa risponde a domande rimaste aperte dai miei anni con Forsythe», racconta Mandafounis. «Mi chiedevo se fosse possibile creare una coreografia senza un coreografo, dove le decisioni nascono dal gruppo, nel momento, senza un controllo esterno».
Il risultato è un sistema coreografico in continuo divenire: un addestramento alla presenza, alla capacità di reagire all’imprevisto. «È come nelle arti marziali», spiega il coreografo. «Non puoi scegliere: puoi solo affrontare. La libertà non è assenza di regole, ma accettazione del rischio, del limite, dell’altro». In scena, undici interpreti compongono un organismo vivo: si ascoltano, si osservano, si sfidano. Ogni gesto nasce da un impulso reale, da un dialogo costante tra corpi e spazio. La parola, la musica, il movimento si inseguono, si interrompono e si ricompongono in una coreografia che accade qui e ora, ogni sera diversa e irripetibile.
A suggellare il valore di questa ricerca, prosegue la partnership tra Romaeuropa Festival e Dance Reflections by Van Cleef & Arpels. Una collaborazione che negli anni ha dato voce a coreografi, istituzioni e linguaggi differenti, unendo la visione curatoriale del festival al sostegno concreto della maison per la creazione artistica. Il prossimo 14 novembre al Teatro Argentina sarà presentato TERRAPOLIS del coreografo nigeriano Qudus Onikeku, un viaggio coreografico che intreccia danza, musica e spiritualità, invitando il pubblico a immaginare una città del corpo: un luogo dove il gesto diventa linguaggio, e la danza, ancora una volta, rivela la sua capacità di parlare a tutti.
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