io servo molto più di loro
Crazy Pizza sbarca a Torino, col consueto strascico di polemiche: Flavio Briatore risponde sui social.

Ci risiamo. C’è una nuova apertura di Crazy Pizza in arrivo e di e ovviamente non mancano le polemiche preventive che il patron Flavio Briatore puntualmente cavalca ormai con mestiere rispedendole al mittente col solito corollario di insulti nemmeno troppo velati.
Stavolta tocca a Torino: le voci si rincorrevano già da qualche mese e alla fine è arrivata la conferma che il capoluogo piemontese sarebbe stata la prossima meta designata per la catena di pizzerie “esperienziali”, con la stampa locale che si è messa subito al lavoro sulla notizia, suscitando le ire dell’imprenditore cuneese.
“Giornalisti fenomeni”
Presentandosi sul suo profilo Instagram brandendo un tablet, Briatore scorre la rassegna stampa dedicata alla sua prossima apertura torinese, e ne ha per tutti: “Arriva a Torino la pizza di Briatore. Ce n’era bisogno? Caro Briatore, noi Crazy Pizza l’avevamo già” titola uno, “Crazy Pizza Torino, ma siamo davvero la città della Margherita a 20 euro?” lancia un altro, “giornalisti fenomeni” sentenzia lui.
Prosegue Briatore: “tutte cazzate, questi ragazzi qui che scrivono sicuramente non sono mai usciti da Torino, perché non sanno dove andare fuori Torino e scrivono delle gran stronzate. Lasciamo giudicare i torinesi se Crazy Pizza va bene o male, non sempre questa invidia. Ce n’era bisogno? Non c’è bisogno neanche di loro, non servono, io servo molto di più che loro perché a me lo do lavoro un mucchio di gente”.
Finora non si sa molto sul nuovo locale di Torino, ma le indiscrezioni parlano di un locale in grande stile, su più piani e in posizione centralissima. Si vocifera di via Pietro Micca, a due passi da piazza Castello e tra Palazzo Madama e il Teatro Regio, con un’area anche sotto i portici di via Viotti, e in cui sono previste non solo le performance di pizzaioli acrobatici tipici della catena, ma anche dj set: “sicuramente daremo lavoro a 25-30 persone a Torino, ragazzi, giovani, inizieremo con l’application adesso”.
Dopo la cessione del Twiga al gruppo guidato da Leonardo Del Vecchio, Briatore aveva dichiarato di volersi concentrare sul suo impegno in Formula 1 e nel fare di Crazy Pizza una catena internazionale, e sembra voler mantenere le promesse, non avendo mai fatto mistero del suo piano: arrivare a 55/60 insegne in tutto il mondo entro la fine di quest’anno, di fatto più che raddoppiando le attuali 21 (contando già anche Torino) dagli Stati Uniti all’Arabia Saudita, passando per Milano, Roma, Napoli e Forte dei Marmi.
Su una cosa Briatore ha sicuramente ragione: sarà il mercato a decidere se Torino sia o meno una città adatta a Crazy Pizza che “non è una pizzeria, è un’esperienza”: la data di inaugurazione non è ancora stata ufficializzata ma il “coming soon” sul sito della catena la fa sembrare imminente, vedremo cosa decideranno i torinesi.