“Io, il più forte critico d’islam al mondo”. Il saudita apostata pro Afd e anti migranti
Un bambino di 9 anni giace morto sull’asfalto, ucciso mentre con la meraviglia della tenera età ammirava le bancarelle del mercato di Natale di Magdeburgo. È una delle cinque vittime e dei circa 200 feriti (41 gravi) causati dal rifugiato saudita Taleb Al Abdulmohsen che, venerdì sera, ha travolto con una Bmw la folla nel centro della città venendo arrestato subito dopo e trovato positivo al test antidroga. Modalità operativa, tempistica e provenienza dell’autore hanno fatto inizialmente temere un attentato jihadista. Tuttavia, il movente è all’estremo opposto: nell’odio per l’Islam di un musulmano apostata che si professa ateo, si ritiene perseguitato dallo Stato tedesco e sostiene il partito di destra radicale Afd. È un viaggio in una lucida follia quello nella mente di Al Abdulmohsen, psichiatria nella struttura di misure di sicurezza di Bernburg, ma da fine ottobre non era più in servizio per motivi di ferie e malattia. L’itinerario è ripercorribile su X, dove ha pubblicato messaggi fino a pochi minuti prima di colpire. Per la critica alla religione, l’attentatore si paragonava a Socrate e vedeva nel social un’agorà aperta da Elon Musk, che ammirava come paladino della libertà di parola tanto da impersonarlo con l’Ai.
Nato ad Al Hofuf in Arabia Saudita 50 anni fa, l’attentatore ha lasciato il suo Paese per non essere perseguitato per apostasia ed è arrivato nel 2006 in Germania, dove nel 2016 ha ottenuto lo status di rifugiato politico. Nella nuova patria è divenuto una celebrità grazie all’aiuto che prestava ai sauditi intenzionati a lasciare il loro Paese, in particolare alle donne che esortava a chiedere asilo in Germania come «via per la libertà». Il medico ha allestito un sito ed è stato intervistato dalla Bbc. «Sono il più forte critico dell’Islam nella storia – ha affermato nel 2019 in un’intervista alla Faz – Se non mi credete, chiedete agli arabi».
Dietro questa storia di integrazione si celava un montante dramma interiore. Fuggito dal wahhabismo, il rifugiato si è trovato in una Germania il cui governo «vuole islamizzare l’Europa» da quando l’allora cancelliera Angela Merkel ha aperto i confini ai profughi siriani. Un «piano segreto» per l’islamizzazione dell’Europa, che Merkel dovrebbe pagare col carcere a vita o la pena di morte. Ora, per il medico l’esecutivo tedesco «dà la caccia» agli oppositori della fede musulmana e vuole metterli a tacere. Al Abdulmohsen si sente tra questi perseguitati quando, inascoltato, denuncia per abusi associazioni di aiuto ai profughi. Monta la rabbia e per il rifugiato saudita Afd che invoca la remigrazione è l’unico partito a combattere contro l’islamizzazione. Filoisraeliano, sedicente voce di una «opposizione liberale» e una «resistenza militare» saudita, lo psichiatra sostiene che la Germania deve «proteggere i confini dall’immigrazione irregolare». Sul suo profilo X, dove campeggia la foto di un fucile d’assalto con la bandiera degli Usa, condivide contenuti di Naomi Seibt, 24enne influencer di estrema destra citata da Musk. Inoltre scrive a Martin Sellner del Movimento identitario, tra i principali teorici della remigrazione.
A maggio, Al Abdulmohsen pubblica un messaggio inquietante sulla «attuazione» di un’«operazione». Ad agosto, i toni si fanno minacciosi: «Se la Germania vuole la guerra, la avremo. Se la Germania vuole ucciderci, li massacreremo, moriremo o andremo in carcere colmi di orgoglio». Infine, l’avvertimento: «Assicuro al 100% che la vendetta arriverà presto. Anche a costo della mia vita».
I tedeschi dovranno «pagare il prezzo dei crimini commessi dal loro governo contro i rifugiati sauditi» e sarà «enorme». Al Abdulmohsen ha presentato il conto di morte e terrore a Magdeburgo, alla fine dello stesso giorno in cui il suo beniamino Musk aveva affermato su X che «solo Afd può salvare la Germania».
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