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“Io e mia moglie Beatrice siamo casti da quattro anni, è una scelta di fede. Ho fatto arrabbiare Jovanotti”: parla Alessandro Greco

“Io e mia moglie Beatrice siamo casti da quattro anni, è stata una nostra libera scelta”. Alessandro Greco, tornato in tv da poche settimane per condurre UnoMattina Estate, si racconta tra vita privata e carriera in una lunga intervista al Corriere della Sera, nella quale torna a parlare dell’amore con sua moglie Beatrice Bocci, l’ex modella e volto tv con la quale è sposato dal 2008. Dall’incontro che gli ha cambiato la vita – quello con Raffaella Carrà – alle ingiustizie passando per lo “scontro” a distanza con Jovanotti, ecco che cosa ha raccontato.

ALESSANDRO GRECO E BEATRICE BOCCI, LA CASTITÀ LUNGA QUATTRO ANNI

Alessandro Greco riavvolge il nastro dei ricordi e torna indietro agli inizi della sua storia con Beatrice Bocci, e rivela che il loro legame innescò critiche e pregiudizi. “Quando ci siamo innamorati certi valori non erano stati ancora riscoperti e noi siamo stati descritti come due integralisti, scontati, noiosi… Ma eravamo semplicemente due ragazzi innamorati che avevano deciso di mettere su famiglia”, spiega Greco, ricordando che gli davano del “rimbambito”. “Ma io ero innamorato e se ami abbracci tutto il mondo dell’altro, anche le difficoltà di dover fare il padre nel rispetto di un padre esistente”, ricorda. Poi svela che agli inizi della loro storia furono inventate leggende metropolitane per screditarli: “Si parlava di una reciproca gelosia spropositata. Bugia”. E smentisce anche di aver mai imposto l’allora compagna: “Semplicemente, facevamo lo stesso mestiere ed eravamo entrambi disponibili a fare anche cose insieme, ma mai come imposizione”. Sposati dal 2008 (nel 2014 anche in chiesa), torna a parlare della loro castità che dura da quattro anni, una scelta che è frutto del loro cammino di fede. “È stata una decisione sponsale rimettere al centro della nostra vita personale e di coppia i sacramenti, così da poterci sposare anche in Chiesa. Noi abbiamo accolto la castità dopo anni di relazione e due figli così che i sacerdoti potessero offrirci i sacramenti, che sono il livello massimo di unione con Dio. Nessuno ci ha prescritto di farlo, non ci hanno dato una ricetta con scritto di rimanere casti. È stata una nostra libera scelta”.

DAL SUCCESSO (GRAZIE A UN’INTUIZIONE DELLA CARRÀ) ALLE INGIUSTIZIE

Quanto al lavoro, Greco ricorda la lunga gavetta cominciata a 17 anni con le feste in piazza e le imitazioni (in una di quelle serate debuttò anche Checco Zalone: “Era veramente un personaggio stranissimo, pieno di insicurezze nel suo essere geniale”), dai primi provini a Stasera mi butto, fino all’incontro che gli ha cambiato la vita: quello con Raffaella Carrà. Alla fine degli anni ’90 viene scelto come conduttore di Furore proprio dalla leggendaria Raffa: “Avevo solo 25 anni e c’erano già pronti personaggi molto famosi che volevano quel posto. Io avevo fatto un provino che aveva convinto tutti e lo dissero a Raffaella, che era la capoprogetto. Mi volle incontrare e, guardandomi dritto negli occhi, mi disse: ma tu da dove vieni?”. Da quel momento il successo gli esplose tra le mani, ma poi la sua carriera è stata segnata da alti e bassi. Oltre che da qualche ingiustizia. “Sì, penso che avrei potuto dare di più e anche che ho subito alcune ingiustizie”, confessa e poi rivela che diversi programmi gli sono stati “spiegati, proposti e che poi o non si sono fatti o sono andati in onda condotti da altri”. Come se lo spiega? “A volte ci sono delle relazioni che vanno oltre quello che dovrebbe essere il normale andamento della meritocrazia”.

QUELLA VOLTA CHE FECE ARRABBIARE JOVANOTTI

Il conduttore di UnoMattina Estate racconta poi un aneddoto su Jovanotti, che non prese bene una sua imitazione. Nel ’94 Lino Banfi volle Greco come imitatore dei cantanti in un suo programma su Radio 2. “Erano gli anni in cui Pino Daniele, Jovanotti e Eros Ramazzotti facevano concerti trionfali insieme, i fan si aspettavano un loro disco, che però non arrivava…”. Con lo pseudonimo Idem, Greco cantò una serie di brani imitando le voci dei tre artisti e il singolo Evviva la musica (Ue’ guagliò) vendette oltre 80 mila copie e veniva trasmessa da tutte le radio. Jovanotti però non la prese bene: “Aveva un disco in uscita… Quindi, legittimamente, si arrabbiò. Però in quegli anni anche Fiorello aveva fatto cover di brani famosi nel suo disco Veramente falso, non era nulla di truffaldino”.


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