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Inzaghi, il problema non è la Coppa Italia persa: il derby ha fatto scattare l’allarme per l’Inter

Meno uno. La disfatta nel derby elimina il primo trofeo di questo finale di stagione dell’Inter. Inzaghi sicuramente non vincerà la Coppa Italia, è sfumato il Triplete. Ma se questo era una chimera, dal valore poco più simbolico per i ricordi storici che evoca, perché i veri obiettivi in ballo sono altri, è il segnale, l’allarme che la sconfitta fa scattare a preoccupare davvero i nerazzurri in vista delle prossime partite, finali, tutte decisive.

La prestazione non è stata necessariamente negativa, perché nel primo tempo l’Inter aveva dominato e costruito le occasioni migliori, fino al vantaggio di Jovic, ma evidentemente insufficiente se poi è finita 0-3. Paradossalmente, quando c’era Pioli e un Milan molto più competitivo, per l’Inter dominare il derby era un’abitudine (sei vittorie di fila, compreso la storica doppia sfida in semifinale di Champions che valse il biglietto per Istanbul). Adesso che i rossoneri sono allo sbando, sono diventati un rebus irrisolvibile per Inzaghi, che ci ha perso due trofei, per quanto minori (Supercoppa a gennaio e Coppa Italia), e soprattutto punti pesantissimi in campionato, per un misto di sfortuna e tanta ingenuità. Una delle mille contraddizioni di questa stagione senza sfumature di grigio.

Ciò che ha segnato la semifinale di ritorno, come del resto un po’ tutte le ultime uscite dei nerazzurri, è stata la fatica di un’annata probabilmente troppo intensa per le reali qualità di questa squadra. Ancora una volta, dopo aver incassato lo svantaggio ma in generale nel secondo tempo, l’Inter è apparsa svuotata, incapace di trovare altre energie che servivano per ribaltare la partita. Questa stanchezza profonda non giustifica ma spiega certi errori, come già la sanguinosa rete di Orsolini allo scadere a Bologna. Però è un problema, nel momento cruciale della stagione, quando mancano poche partite, tutte decisive e con avversari col coltello fra i denti (senza nemmeno pensare a cosa sarà il Barcellona).

La Coppa Italia era sicuramente l’obiettivo minore, ma anche quello più raggiungibile, considerata l’aleatorietà della Champions e come si sta mettendo in campionato. La sconfitta va relativizzata perché una coppetta domestica in più o in meno non avrebbe fatto la differenza nel palmares dell’Inter e nemmeno di Inzaghi (che forse ne ha vinte fin troppe, rispetto a trofei più pesanti), né avrebbe cambiato il bilancio di questo finale di stagione, che dipenderà da altri risultati. Però comincia a materializzare lo spauracchio degli zero titoli, la beffa di non vincere nulla per chi sognava di vincere tutto.

È il rischio che si è assunto Inzaghi, quando ha scelto di non scegliere e giocarsi tutte e tre le competizioni fino in fondo. Se avesse battezzato il campionato, come successo l’anno scorso, oggi probabilmente la corsa scudetto sarebbe chiusa da un pezzo, invece il rischio di veder sfumare i trofei uno dopo l’altro è concreto. Il primo se n’è già andato. Ammesso e non concesso che l’Inter si sia resa conto di aver sbagliato, ormai è tardi per aver paura. Non resta che giocare e reagire alla disfatta nel derby di coppetta. Ammesso che questa squadra ne abbia ancora la forza, fisica e soprattutto mentale.

X: @lVendemiale


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