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Interventi estetici pubblicizzati sui social (e non solo): a cosa stare attenti prima di sceglierli?

Pubblicità a volte ingannevole, prezzi troppo bassi, scarsa sicurezza sul fronte medico. La morte della 22enne Margaret Spada, a causa di un intervento al naso fra i più diffusi, riaccende l’attenzione su un mercato a tratti nebuloso come quello della medicina estetica.

Eppure, in Italia, sono sempre di più i giovani che frequentano con assiduità i centri di chirurgia plastica ed estetica, come conferma anche una nuova indagine realizzata dagli istituti di ricerca mUp Research e Bilendi, per Facile.it. Secondo lo studio, 7,3 milioni di italiani, negli ultimi due anni, si sono sottoposti ad almeno un intervento estetico, con il dato più rilevante nella fascia degli under 25, dove lo ha fatto ben il 30% degli intervistati (670 mila individui), spesso nel tentativo di imitare qualche celebrità.

Il fenomeno preoccupa e molti specialisti segnalano i rischi. Primo fra tutti: l’eccessiva leggerezza con cui tanti clienti-pazienti scelgono professionisti e strutture a cui affidarsi – magari da una pubblicità intercettata sui social che propone prestazioni a basso costo e spesso ad alto rischio – inclusa la scarsa conoscenza e attenzione verso le principali regole di garanzia e sicurezza per la propria salute. Una circostanza che lascia intravvedere, sul fronte della pubblicità, la necessità di «una normativa più adeguata ai nostri tempi», specifica il professor Roberto Bracaglia, Chirurgo Plastico e Presidente dell’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica. «Auspicherei che sia il Ministero della Salute ad istituire una Commissione per lo studio e la prevenzione di questo tsunami social/pubblicitario», evidenzia e aggiunge: «Le attività regolatorie dovrebbero intervenire in breve tempo grazie a una specifica normativa nazionale. Non è facile, perché non si deve cadere nella censura, ma creare delle regole che siano applicabili in tempi rapidi, con una velocità che stia al passo con la comunicazione digitale».

Per far fronte a questo problema – e a conferma dell’importanza della sicurezza del paziente – l’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (AICPE) ha recentemente lanciato anche una campagna di informazione dedicata alla prevenzione su tutto il territorio italiano: il progetto AICPE Safe ha l’obiettivo di contribuire ad aumentare la consapevolezza delle donne sui temi della prevenzione ed è pensata per informare le pazienti sui temi più delicati relativi alla loro salute in relazione alla chirurgia estetica. «L’abbiamo inaugurata nel mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno per approfondire importanti temi correlati con la salute e la sicurezza in mastoplastica additiva e mastopessi», precisa Bracaglia. «Si tratta di percorsi di chirurgia estetica che prevedono screening strumentali utili per una diagnosi precoce del tumore».

Attraverso questa campagna si intende toccare anche altri argomenti rilevanti come le complicanze da filler, il fenomeno del turismo sanitario, la prevenzione dei tumori cutanei. Tuttavia, l’ampio tema della sicurezza delle pazienti e dei pazienti che si sottopongono a interventi di chirurgia estetica implica la necessità di diffondere anche le principali regole da conoscere per fare scelte sicure ed evitare rischi. A spiegarle è la stessa AICPE, associazione che da anni promuove campagne informative per orientare la scelta del professionista al quale affidarsi, oltre a un programma di aggiornamento costante dei propri Soci, come garanzia di professionalità.

Regola numero uno: la verifica del curriculum

Quando scegliamo di sottoporci a un percorso di Chirurgia Plastica Estetica è fondamentale affidarsi sempre ad un medico chirurgo, specializzato in Chirurgia Plastica, Estetica e Ricostruttiva, raccogliendo informazioni sul suo curriculum di studi e lavorativo che non possono essere limitate ai profili social, sui quali chiunque può pubblicare contenuti non verificabili.

Regola numero due: l’accesso costante all’aggiornamento

È buona norma verificare anche che il Chirurgo faccia parte di una delle Società scientifiche Italiane di categoria: si tratta di una garanzia della sua professionalità, poiché queste permettono al medico di accedere ad un aggiornamento costante attraverso corsi e congressi.

Regola numero tre: occhio al costo

È sconsigliabile affidarsi a chi propone operazioni chirurgiche a basso costo poiché ci si espone ad un grande rischio per la propria sicurezza. Per abbassare i costi potrebbero infatti non essere presenti in sala operatoria tutte le figure professionali necessarie, potrebbero essere utilizzati materiali di dubbia qualità o essere effettuato un percorso di valutazione preoperatoria approssimativo, che non comprende importanti esami specifici. In una sala operatoria devono inoltre essere presenti presidi medici e medicinali utili ad affrontare qualsiasi complicanza.

Regola numero quattro: competenza nella gestione dell’emergenza

«Esiste un fattore di rischio in qualsiasi operazione chirurgica», precisa inoltre il Professor Bracaglia. «Se, per cause a volte non prevedibili, si incorre in una complicazione intra o post operatoria, il chirurgo preparato deve essere in grado di gestire l’evento avverso, avvalendosi di un’equipe di personale specializzato, che deve essere presente in sala operatoria».
Proprio perché ha a cuore in primis la salute del paziente, «AICPE si impegna nel costante di aggiornamento dei propri Soci non solo con lo scopo di condividere e migliorare le tecniche, ma soprattutto di rendere le sale operatorie più sicure possibili».
Del resto, come conclude il presidente, l’obiettivo è chiaro: «garantire il massimo della sicurezza in tutti i settori di applicazione della nostra professione».


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