Interprete Ue prende appunti durante incontro a porte chiuse con Zelensky: “Probabile caso di spionaggio russo”
Era stata subito notata mentre era nella cabina dei traduttori: durante un vertice a porte chiuse tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i leader dell’Ue continuava a prendere appunti, cosa vietata dalle rigide regole sulla riservatezza previste dalle istituzioni europee. E così, vista da alcuni colleghi della Repubblica Ceca, è stata interrotta dai funzionari della Commissione, che sono intervenuti prontamente, sequestrando le note e allontanandola dalla sede. Protagonista del caso un’interprete freelance al servizio delle istituzioni europee, con doppia cittadinanza francese e ucraina e origini russe, che è stata esclusa dalla Commissione europea dopo questo episodio, avvenuto a dicembre. Lo ha rivelato Le Monde, sollevando l’ipotesi di un possibile caso di spionaggio a favore della Russia, e oggi un portavoce della Commissione ha confermato l’accaduto.
“Non si tratta di un’ex dipendente, bensì di una freelance”, ha spiegato. Si è trattato di “una non conformità alle linee guida applicabili” perché l’interprete “stava prendendo una quantità eccessiva di appunti, cosa non prevista in quel contesto”. A seguito dell’episodio, avvenuto durante una sessione riservata del Consiglio europeo, la Commissione ha deciso di congedarla. L’incontro si era svolto in un momento particolarmente delicato, poche settimane dopo la rielezione del presidente statunitense Donald Trump, con i capi di Stato e di governo Ue riuniti per discutere della situazione in Ucraina e del sostegno europeo a Kiev. Secondo Le Monde, tra l’altro, l’interprete ha continuato a lavorare per altre istituzioni, risultando accreditata presso la Nato, la Rappresentanza permanente francese a Bruxelles e diversi ministeri francesi, ma le autorità ucraine l’avrebbero già inserita nella “lista nera”, sospettandola di contatti con funzionari russi. Interpellata dal quotidiano francese, la donna ha dichiarato di non aver mai violato la riservatezza, affermando di aver sempre “rispettato gli standard etici della professione”.
(immagine d’archivio)
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