Ambiente

Installazione alla Triennale celebra Berio e il suo teatro musicale

Il 24 ottobre Luciano Berio avrebbe spento cento candeline. Nei giorni stessi dell’anniversario, la città dove questo gigante della musica del Novecento si trasferì neppure ventenne da Oneglia, nel cui Conservatorio si formò e dove fondò lo storico Studio di Fonologia Musicale lo celebra grazie alla sinergia di due istituzioni, Triennale Milano e il Teatro alla Scala. Sarà infatti allestita da venerdì 24 a domenica 26 (dalle 10.30 alle 18) a Voce Triennale, il nuovo spazio dedicato alla musica contemporanea, un’installazione site specific ideata da Davide Parolin e incentrata sull’ultimo lavoro teatrale proposto da Berio alla Scala: l’opera Outis, su testo di Dario Del Corno con la regia di Graham Vick. Il progetto, dal titolo evocativo (Quando sarai annoiato ti bagnerò la fronte. Omaggio a Luciano Berio), si ripropone di evidenziare il rilievo assoluto del teatro musicale nella creatività di Berio, di cui le stagioni scaligere proposero già dai primi anni Sessanta titoli scopertamente innovativi come Passaggio e Laborintus II, su testi di Edoardo Sanguineti, oltre alla ripresa di Un re in ascolto, su libretto di Italo Calvino. Nel cuore del dibattito, allora molto acceso nell’ambito della neoavanguardia, spesso tranchant senza appello sul tema, pur conscio dell’indispensabile, difficile trattativa con le infinite convenzioni della macchina produttiva del teatro musicale, Berio ha costantemente creduto nell’attualità e nella problematica praticabilità del genere. Come ebbe a dire ancora nel 2000 nelle lezioni magistrali tenute a Bologna e pubblicate di recente dal Saggiatore a cura della vedova Talia Pecker Berio, «Il mio desiderio è che il teatro musicale, con o senza palcoscenico, con o senza storie, possa continuare a essere, oggi, una terrazza sul mondo».

L’installazione alla Triennale ricompone nello spazio espositivo alcuni elementi della produzione originaria, mettendo in dialogo tra loro la traccia audio presentata in loop, a dar vita a un paesaggio sonoro immersivo, i monitor, oggetti scenici fondamentali della regia di Vick, a offrire una visione simultanea delle diverse sezioni dell’opera, e cento palloni da spiaggia colorati, centrali nell’ultimo ciclo dell’opera, che trasformeranno l’ambiente in un paesaggio instabile e ludico. Come già i capolavori di Joyce e Dallapiccola, l’ultimo lavoro scaligero di Berio verte sulla figura di Ulisse (Outis, Nessuno, è notoriamente il nome che l’eroe dichiarò astutamente a Polifemo), ancora una volta occasione per riflettere sulla condizione umana. La novità sta nella strada, radicalmente antinarrativi, scelta per tale riflessione: per il tramite della drammaturgia approntata con Del Corno, Berio sonorizza infatti un testo avanzatissimo organizzato in cinque cicli che ogni volta ritornano alla situazione iniziale proponendo allo spettatore un diverso mondo espressivo, invariabilmente spalancato sulla contemporaneità. Non vi è dunque intreccio tradizionale, una storia raccontata attraverso dei personaggi: piuttosto, nelle parole del compositore stesso, «la variabilità della musica, del testo e della scena è la costante “narrativa” di Outis». La centralità della struttura musicale, vero principio organizzatore degli eventi scenici, si avvale della ricchezza e varietà delle risorse chiamate a raccolta: accanto ai complessi scaligeri diretti da David Robertson, gli Swingle Singers e l’elettronica di Tempo Reale. Cruciale è l’apporto offerto, con felice e rara sintonia, dal lavoro registico del compianto Graham Vick. Il regista inglese, scomparso quattro anni fa, raccolse la appieno sfida del teatro di Berio realizzando uno spettacolo che gli valse la commissione per l’inaugurazione scaligera dell’anno successivo (un memorabile Macbeth), e resta ancora oggi affascinante, come sarà possibile constatare nell’installazione a Voce Triennale.

Nel medesimo spazio approfondiranno la concezione rivoluzionaria del teatro musicale di Berio due incontri, coordinati da chi scrive, con altrettanti protagonisti della musica d’oggi, compositori entrambi fortemente legati al maestro: venerdì 24 ottobre alle h. 18.30 con Luca Francesconi, assistente di Berio in occasione del debutto di un altro, fondamentale titolo scaligero, La vera storia, del 1982, su libretto di Calvino (e con Milva nel cast), e sabato 25 ottobre alle h. 17 con Filippo Del Corno, testimone di prima mano della genesi di Outis.


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