Toscana

inizia il processo per omicidio per Sandro Mugnai


Inizia il processo per Sandro Mugnai. L’artigiano aretino accusato di omicidio volontario per aver ucciso a colpi di carabina Gezim Dodoli – il vicino di casa che aveva assaltato la sua abitazione con una ruspa – sarà giudicato dalla Corte d’Assise del tribunale di Arezzo e rischia una pena pesante: fino a 21 anni di carcere.

La prima udienza sarà caratterizzata da una serie di passaggi tecnici. Tra questo l’ammissione delle liste dei testi presentate dalle parti. Quella della pm Laura Taddei e delle parti civili, rappresentate dagli avvocati Francesca Cotani (per la moglie e i figli di Dodoli) e Massimo Orrù (per la sorella di Dodoli), e quelle della difesa inoltrate dagli avvocati Marzia Lelli e Piero Melani Graverini.

Una vicenda complessa che verrà sviscerata durante il procedimento di fronte alla corte presieduta dalla giudice AnnaMaria Loprete, con a latere Michele Margheri, e composta da sei giudici popolari. Il processo si preannuncia lungo così come si annunciano corpose le liste dei testi da ascoltare durante le udienze. Per quanto riguarda l’accusa, infatti, oltre agli investigatori (carabinieri che hanno condotto i rilievi e le indagini, esperti del ris) ci saranno anche i consulenti di parte. Uno di questi sarà l’ingegner Fabio Canè, incaricato dalla procura di fare una perizia sulla stabilità dell’immobile. 

Anche la lista dei testi della difesa riporta tanti nomi: dai parenti di Mugnai che quella sera si trovavano dentro l’abitazione presa a colpi di benna (la moglie, la madre, il fratello, la cognata e il nipote) al figlio, fino don Natale Gabrielli, parroco di San Polo che ha costituito un comitato a sostegno dell’artigiano. Due i consulenti che spiccano nella lista: Maurizio Boldrini, che ha eseguito una perizia balistica di parte e sarà chiamato a riferire in merito agli (numero e munizioni) spari e alle traiettorie dei colpi esplosi; e Guendalina Rossi, psichiatra che ha redatto una relazione con la valutazione dello stato mentale di Mugnai al momento della tragedia e nei momenti successivi.

Sempre durante la prima udienza verranno scadenzate le successive indicando quando verranno sentiti i vari testi. 

L’accusa di omicidio volontario 

Mugnai è accusato oggi di omicidio volontario, ma inizialmente il capo in imputazione formulato dalla pm Laura Taddei era quello di “eccesso di legittima difesa”. È stato il gip Claudio Lara in udienza preliminare a restituire il fascicolo alla procura con una ordinanza in cui venivano ricostruiti gli eventi di quel terribile 5 gennaio e nella quale chiedeva la riformulazione dell’accusa.

Nelle 18 pagine scritte e inviate alla pm, il giudice ha sostenuto che l’intera azione si sarebbe svolta in due fasi: la prima avrebbe visto Dodoli devastare le auto presenti nel resede del casale e Mugnai sparare un colpo alle spalle, la seconda sarebbe stata quella dell’assalto all’abitazione e dell’esplosione dei colpi, quattro dei quali sarebbero stati diretti alla cabina della ruspa. 

Diversa la ricostruzione della difesa, rappresentata dagli avvocati Piero Melani Graverini e Marzia Lelli, che hanno affidato una perizia balistica ad un consulente di parte, Maurizio Boldrini. La relazione parla di colpi esplosi frontalmente, dalla finestra, a una distanza di 9 metri e mezzo dalla ruspa. E mette in dubbio anche il numero di proiettili sparati da Mugnai.

Sarà compito della Corte d’Assise arrivare alla verità: almeno quella giudiziaria. 


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