Infortunio Ast, fascicolo per lesioni colpose da norme violate. Operai sulle barricate
di Mar. Ros.
La fuoriuscita di scoria incandescente, il mezzo di lavoro avvolto dalle fiamme, il giovane operaio della Tapojarvi ustionato per oltre il 70% del corpo. Cosa c’è all’origine del gravissimo infortunio che si è verificato lunedì all’acciaieria Arvedi-Ast di Terni, saranno le indagini a chiarirlo. La Procura ha aperto un fascicolo, il titolare è il Pm Marco Stramaglia: si indaga per lesioni colpose in conseguenza di norme antinfortunistiche violate. Questa l’ipotesi di reato, attualmente a carico di ignoti; non ci sono inscritti nel registro degli indagati.
Lesioni colpose Le condizioni del 26enne, S.M., che ha riportato ustioni di primo e secondo grado, sarebbero stabili, comunque gravissime. Il giovane operaio, originario dell’Ecuador, che presto sarà raggiunto dai propri familiari, è ricoverato al centro grandi ustioni di Roma. I suoi colleghi ancora profondamente scossi, non vogliono saperne di riprendere la regolare attività prima che sia loro garantita la certezza di standard di sicurezza adeguati, quindi prima che alcuni interventi siano effettuati sulla zona dell’incidente, a cominciare dal ripristino del manto stradale, che era già stato oggetto di segnalazioni da parte dei delegati sindacali. Sono loro che in queste ore, assieme alle segreterie territoriali delle sigle metalmeccaniche rappresentate in acciaieria, stanno mantenendo aperta una trattativa con l’azienda sul riavvio del lavoro alla rampa scorie.
Indagini Qui gli inquirenti hanno effettuato ripetuti sopralloghi, anche nella notte appena trascorsa. Sono coinvolti carabinieri, Usl e vigili del fuoco, coordinati dalla locale Procura della Repubblica che si è impegnata a disporre quanto prima il dissequestro dell’area. Rimarrà invece nella piena disponibilità della magistratura il cosiddetto Klingher, il mezzo adibito al trasporto delle siviere con all’interno l’acciaio fuso. Altissima in queste ore l’attenzione alle norme sulla sicurezza e alle misure adottate dall’azenda nei vari reparti. L’apprensione dell’ex assessore comunale all’Ambiente Mascia Aniello, riproposta con forza e determinazione, nonostante la sua uscita dalla scena politica e la denuncia per diffamazione ricevuta da viale Brin, sta destando preoccupazione e anche qualche perplessità sull’operato degli organi competenti che la stessa riferisce di aver coinvolto sulla scorta di segnalazioni interne alla fabbica che traduce come ‘grida di aiuto’.
Sicurezza Con un canale recentemente aperto anche con il Prefetto di Terni, e all’indomani di un infortunio gravissimo, calato in un contesto di tensioni già sul fronte industriale e politico-istituzionale, nulla probabilmente passerà con leggererezza. Si susseguono incontri e confronti mentre è stallo sull’operatività della rampa scorie, nonostante la dirigenza incalzi, quella stessa dirigenza della quale sempre Aniello chiede dimissioni in blocco. Sul tavolo di Usl, Procure, Arpa e ministeri, la prof dichiara di aver inoltrato materiale fotografico che proverebbe l’esistenza di condizioni di lavoro inaccettabili. Il suo recente messaggio, forse, spingerà gli organi interpellati a fare verifiche approfondite, come anche il M5s di Terni ha incalzato.
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