Infortuni sul lavoro, quattro vittime a Chieti nei primi sette mesi del 2025
L’emergenza infortuni sul lavoro non conosce tregua nemmeno nei mesi estivi. Dall’inizio dell’anno a fine luglio in Italia sono già 607 le vittime, con un incremento del 5,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024. A perdere la vita sono stati 437 lavoratori in occasione di lavoro e 170 in itinere, cioè nel tragitto casa-lavoro.
In Abruzzo i decessi complessivi nei primi sette mesi del 2025 sono stati 11. La nostra regione si colloca in zona arancione, cioè tra quelle con un’incidenza superiore alla media nazionale ma non oltre il 25 per cento.
Il dettaglio provinciale mostra che a Chieti si sono registrati 4 infortuni mortali in occasione di lavoro, con un indice di incidenza pari a 21,8 su un totale di circa 183.651 occupati. Un dato che pone la provincia al di sopra della media nazionale (18,3 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori).
Il presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega di Mestre, Mauro Rossato, commenta: «Il bilancio delle vittime sul lavoro è sempre più drammatico. Gli infortuni mortali non accennano a diminuire e l’aumento degli incidenti in itinere evidenzia quanto sia urgente un intervento strutturale sulle cause».
Il settore più colpito a livello nazionale resta quello delle costruzioni, con 67 decessi nei primi sette mesi dell’anno, seguito da attività manifatturiere (59), trasporti e magazzinaggio (57) e commercio (42).
Gli over 65 rappresentano la fascia d’età con l’incidenza più alta, ma in termini assoluti il maggior numero di vittime riguarda i lavoratori tra i 55 e i 64 anni. In crescita anche le morti tra le donne e tra i lavoratori stranieri, che hanno un rischio più che doppio rispetto agli italiani.
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