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Verrà inaugurata il prossimo 21 giugno 2025, presso l’atelier Zuma di Vietri sul Mare, la mostra “La vertigine dell’ordine”, a cura di Lucia Carpentieri. L’esposizione propone una riflessione ampia e articolata sull’eredità e sull’attualità del linguaggio astrattogeometrico nelle arti applicate.

La vertigine dell’ordine è dunque il titolo, ossimorico, di una mostra che attraverso artefatti ceramici, tessili, lignei, oppure grafici-comunicativi quali le illustrazioni, dimostra che ricerche astratto-geometriche, costruttive e/o destabilizzanti, sono tuttora fonte di ispirazione per artieri. Una narrazione visiva che si sviluppa attraverso le opere firmate da undici artisti contemporanei: Chiara Berta, Emilio Salvatore Leo, Andrea Bouquet, Eloisa Gobbo, Giulia Boccarossa, Saura Vignoli, Giuseppe Cicalese, Salvatore Scalese, Roberto Stinga, Alessandro Merlin, Lucia Carpentieri.

Le composizioni e le ornamentazioni geometriche sono sempre state caratteristiche fondamentali nelle arti, “pure” o applicate che fossero. Per quanto riguarda queste ultime, secondo uno studio basilare dell’illustre storico e critico Ernst Gombrich sulla psicologia dell’arte decorativa, ogni sistema d’ornato sarebbe principalmente motivato dal “senso dell’ordine”. Quindi un linguaggio visivo basato su strutture di linee e forme pure e colori netti, o del bianco e nero contrapposti, ha avuto alcuni importanti applicazioni nell’intarsio ligneo, nella ceramica o nell’arte tessile e così via, a volte persino antecedenti a quelle rilevabili nella pittura. Questo tipo di approccio progettuale ha contribuito ad affermare una pari dignità tra arti “maggiori” e “minori”. Al proposito è emblematica, nel ’900, la teoria e l’esperienza della Bauhaus. Negli anni ’60 tuttavia l’Op Art, di tendenza sia nella pittura che nella grafica, portando all’estremo lo studio di “effetti speciali” percettivi, ha creato forti illusioni ottiche e prospettive vertiginose. La ricerca e la sperimentazione ottico-percettiva rappresenta anche l’elemento distintivo caratterizzante il percorso creativo e produttivo di Zuma negli anni, divenendo una sua cifra stilistica. Da qui è nata l’idea di aprire un confronto nel settore dell’alto artigianato sui temi della tradizione e dell’innovazione, dei valori concettuali ed esecutivi nei mestieri d’arte. La mostra celebra anche il quindicesimo anno di attività della manifattura Zuma.

L’esposizione renderà omaggio anche a due realtà storiche ormai non più operative, ma fondamentali nella storia delle arti applicate italiane: la ditta torinese Avigdor, nota per i suoi raffinati tessuti d’autore, ed Ernestine, nome iconico nella ceramica del Novecento. La mostra sarà aperta al pubblico dal 21 giugno al 10 luglio 2025.


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