Informazione Campania – SALERNO – “DALLA BIBBIA ALLA TAVOLOZZA. VINCENT VAN GOGH E LA PITTURA DELL’ANIMA”: AL VIA LA MOSTRA AL MUSEO DIOCESANO “SAN MATTEO”

“Dalla Bibbia alla tavolozza. Vincent van Gogh e la pittura dell’anima”: al via, da oggi, 15 novembre 2025, la mostra di Renaldo Fasanaro: alle ore 12 di sabato 15 novembre, infatti, il taglio del nastro, presso il Museo Diocesano “San Matteo” di Salerno.
Ad organizzare l’iniziativa, con il patrocinio del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale, della Fondazione Alfano I e con il sostegno del Lions Club Salerno 2000, è l’Ufficio Cultura e Arte dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno. L’esposizione di carattere storico-documentario, caratterizzata da una sequenza cronologica, accompagna il visitatore in un viaggio alla scoperta del lato umano e più nascosto del geniale artista, partendo dalle sue origini familiari, dal talento nel disegno ereditato dalla madre e dalla volontà di diventare un Pastore trasmessagli dal padre, fino a giungere alla sua singolare collezione di nidi, simbolo del focolare da cui si è distaccato troppo in fretta. Attraverso reliquie ambientali, strumenti d’epoca e opere pittoriche ed artistiche, Fasanaro mostra al pubblico il Van Gogh 16enne che lascia l’Olanda, calandosi nelle vesti di ragazzo di bottega che accresce a dismisura la sua cultura. Rievocando il suo vagabondare, l’ospitalità ricevuta dai minatori, con la discesa a 700 metri di profondità, la partecipazione agli scioperi e il licenziamento della Chiesa Protestante, si giunge al Van Gogh che si riconosce come artista, alle sue amicizie, ai suoi distacchi, alla disperazione sentita e ritratta nel Vecchio che soffre. Tra le opere in mostra, “Natura morta con Bibbia” (1885, Museo di Amsterdam), riallestita dal curatore in forma di tableau vivant, site-specific, in cui si ripresenta la grande Bibbia (quella del padre di Vincent, Theodorus) aperta al capitolo 53 del Libro del profeta Isaia – sulla figura del Servo di Dio – con al fianco una candela spenta e in basso a destra un piccolo libro giallo, segno di speranza, in cui egli stesso si rivede. L’esposizione prosegue con il periodo parigino, il ritorno dal fratello Theo, tra vari documenti e la ricostruzione dell’ambiente dell’atelier a cui si iscrisse. Emozionante, il ritratto che gli dedicherà Russell, in cui Van Gogh appare con il suo sguardo naturale, quindi dall’alto, quasi a udire il sibilo che era solito emettere tra i denti durante l’osservazione dei suoi interlocutori. L’amore con Agostina Segatori, i suoi grandi maestri che scelsero rigorosamente di dipingere gli umili e poi le opere dei contadini che pregano, rappresentati quasi come divinità: il racconto avvincente della vita dell’artista si percepisce in modo reale, grazie all’allestimento di Fasanaro che ripropone anche i 70km percorsi a piedi da Van Gogh per raggiungere Breton, a conclusione dei quali, trovandosi in un luogo diverso da quello atteso, tuttavia tornò indietro rinunciando a quell’incontro che lo spinse ad affrontare tanti sacrifici. Ricordando e ridisegnando la Casa Gialla ad Arles, comunità di artisti dove il canto delle cicale e il colore degli olivi incantarono Van Gogh, Fasanaro, commosso, ha esposto una cicala e una falena trovate senza vita in quel luogo: la prima, con un potere enorme, come quello degli ultimi che amava l’artista e la seconda che emette un sibilo udibile a distanza, se aggredita, a prova della forza della ribellione. La scoperta del colore del Mediterraneo e poi il distacco da Gauguin e la notizia della cognata in attesa, segnarono Van Gogh che è stato capace di dipingere anche la menomazione ritraendo il suo capo senza orecchio. Dallo strofinaccio “rubato” e usato come tela, ai fac-simile delle tavolozze e dei pennelli di cui si serviva, si giunge all’ultimo quadro: “Radici d’albero”, ad indicare il suo sguardo non rivolto al Cielo, ma sotto terra, presagio di morte incombente. La figura femminile è stata cruciale per l’artista: fu una donna, Ursula, ad acquistare la sua casa, custodendola. E sua cognata, rimasta vedova, aprendo un ristorante, espose 400 opere di Van Gogh, mostrandone il valore. Un percorso toccante che riesce a esplorare l’anima dell’indimenticato artista.
“Vincent van Gogh, così come presentato da Renaldo Fasanaro nella mostra salernitana, prima di essere artista è soprattutto un uomo alla ricerca di Dio. Un predicatore evangelista con la volontà di percorrere le scelte fatte dal nonno e dal padre come Pastori della Chiesa riformata olandese. – ha osservato l’Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, S.E. Monsignor Andrea Bellandi- Queste sono le premesse che, insieme a molti altri caratteri della sua esperienza umana, delineeranno i motivi e la cifra stilistica della sua opera. Vincent van Gogh, durante il suo cammino umano ed artistico in Europa, imparerà a conoscere i luoghi della sofferenza, dedicandosi cristianamente ai bisogni di contadini, tessitori e minatori, registrando così nella sua opera la sofferenza degli ultimi, quelli che per il messaggio evangelico diventeranno i primi alla fine dei tempi e che in questa mostra il curatore ha avuto il pregio di illustrare”.
“L’evento espositivo dedicato alla vita e all’opera del pittore Vincent van Gogh, che ho voluto promuovere in qualità di direttrice dell’Ufficio Cultura e Arte dell’ Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno, ha il pregio di attualizzare in maniera inedita l’intensa spiritualità nonché la tormentata esperienza di vita di una delle figure più note dell’arte contemporanea europea. – incalza la Teologa e direttrice Ufficio diocesano Cultura e Arte, Lorella Parente- Renaldo Fasanaro, con la sua rassegna, ci offre la possibilità di percorrere sentieri molto intimi dell’uomo Vincent van Gogh, verso il quale sarà difficile non provare un affetto spirituale. Sono certa, infatti, che visitando la mostra si entrerà in contatto anche con la propria interiorità, con le aspirazioni più alte del proprio spirito e le annesse fragilità, giungendo a sentire pienamente l’intensità dell’esperienza vangoghiana. Se negli ultimi tempi numerose iniziative di immersive exhibition sono state dedicate al rosso olandese, valorizzando soprattutto l’esperienza visiva del suo immenso lascito artistico, questo percorso presenta, altrimenti, la sua storia umana ed artistica in modalità “artigianale”, con la presenza di “reliquie ambientali” tipiche delle opere del maestro Fasanaro, usate non per attirare l’attenzione sulla materia in sé, bensi per rendere viva e realistica la connessione con i luoghi, gli oggetti, le visioni quotidiane di Van Gogh”.
Le informazioni
L’esposizione sarà visitabile fino al 15 gennaio 2026, presso il Museo Diocesano “San Matteo”. Info e prenotazioni: 3391528247
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