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Informazione Campania – LA BELLEZZA DEL NATALE: ECCO LE TRADIZIONI LUNGO LO STIVALE

La “bellezza” del Natale - Gazzetta dell'Emilia Romagna

di Clementina Leone

 Leggere è come viaggiare senza pagare il biglietto verso nuovi mondi e  culture, perchè ogni pagina sfogliata è una finestra aperta a nuove  esperienze e opportunità di apprendimento.

Imparare a vedere la vita con altri  occhi grazie ai libri custoditi con cura e maestria all’interno delle biblioteche, oltre a migliorare le competenze linguistiche, contribuisce ad una maggiore conoscenza di sè stessi e degli altri, mantenendo attive le funzioni cognitive della memoria, l’attenzione, la concentrazione, il ragionamento e la capacità critica. Grazie ad essi proviamo anche a riscoprire la bellezza e la gioia del Natale che senza dubbio è la festa più sentita dell’anno, quella che riesce a  coinvolgere con la sua atmosfera e che rende il periodo invernale più ricco di  bellezza. Addobbi, regali, il ritrovarsi con amici e parenti, l’emozione e la  magia dei film natalizi e tanto altro, cose stupende che ormai purtroppo  spesso continuiamo a ripetere solo per tradizione e non per il semplice piacere  di farlo, questo perché non riusciamo più a dare un valore aggiunto al tutto.  Spostandoci lungo lo stivale e a volte di pochi chilometri all’interno della stessa provincia,  scopriamo come ogni famiglia abbia le proprie usanze e tradizioni locali che variano  soprattutto a seconda della zona geografica. In Valle d’Aosta prevale la tradizione  legata ai mercatini organizzati in ogni dove, dalle città più grandi ai paesi più piccoli. Particolarmente amato e conosciuto è il villaggio natalizio di Marché Vert Noel di Aosta , organizzato di solito dal 20 novembre al 6 gennaio. La storia del panettone lombardo viene da molti racconti e leggende diverse. Si narra come fosse nato per errore, o per servire una corte particolarmente richiedente, dando origine al celebre “pan de Toni”. La tradizione popolare narra di come, a causa delle basse temperature e della scarsità di cibo, si fosse cercato di creare un pane più ricco , che aiutasse nel lavoro dei campi,  arricchito con burro e uva candita. Gelindo invece è il celebre pastore  piemontese, una vera e propria star rappresentata ogni anno nelle opere  teatrali natalizie piemontesi, specialmente nella zona delle Langhe o nei presepi di tutta la regione. Di stanza con il suo gregge nel Monferrato, dovette trasferirsi a Betlemme per via di un editto d’Imperatore Augusto dove incontrò Maria e Giuseppe nel loro lungo e impervio viaggio notturno. La  leggenda narra di come il pastore Gelindo sia stato il primo uomo ad  arrivare alla grotta della Natività di Betlemme , dove incontrò il bambin Gesù e tante altre visto che sono davvero tante le tradizioni inerenti al Natale come quella  dell’albero Nell’antichità veniva onorato dai druidi , gli antichi sacerdotidei popoli dell’Europa centrale (i Celti), molto prima della celebrazione della festa stessa. Questi notarono come la pianta rimanesse sempre viva e verde durante i mesi freddi e iniziarono per questo a celebrarlo durante i mesi  invernali, mantenendo la tradizione dell’albero una volta introdotta la festa di  Natale. In Italia la prima ad addobbare l’albero fu Margherita di Savoia che decise di decorare il pino al Quirinale rendendola una tendenza tra le famiglie italiane dell’epoca.  La tradizione natalizia invece di scambiarsi i doni ha origine dai Saturnali , la celebrazione pagana dell’antica Roma festeggiata tra il 17 e il 23 di Dicembre in onore del dio Saturno e dell’Età Saturnia , in  cui gli uomini vivevano in fratellanza e prosperità . Proprio per rafforzare  tali concetti nacque la consuetudine dello scambio di doni tra servi e padroni,  adottata poi assieme a molte altre simbologie pagane dal cristianesimo. Il piú grande regalo di Natale mai fatto é la Statua della Libertà , donata il giorno di Natale. La statua, trasportata in 1883 casse a bordo di una nave è simbolo  dell’amicizia tra Francesi e Americani .


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