Informazione Campania – COSTA D’AMALFI
Cambia il turismo in Costa d’Amalfi. Luglio e agosto diventano mesi tranquilli, settembre e ottobre i nuovi mesi di punta. Flette il mercato americano, si consolidano i nuovi flussi da Brasile e Corea, si apre il mercato dalla Polonia, tornano i giapponesi. Il Distretto Turistico Costa d’Amalfi presenta il quadro aggiornato dell’andamento della stagione 2025: a luglio ed agosto meno 8-10% di presenze rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Una flessione che non sorprende e che in parte rappresenta un assestamento fisiologico, conseguenza di un triennio post-pandemico caratterizzato da flussi eccezionali, spesso superiori alla capacità di carico effettiva del territorio. Come spiega il presidente del Distretto turistico Costa d’Amalfi Andrea Ferraioli: “Le minori presenze sono un assestamento verso la normalità, ma c’è anche una flessione del mercato di riferimento, quello statunitense, che al momento è di 1 / 1,5%. Su alcuni media, soprattutto sui social, assistiamo ormai ad un sistematico attacco alla Costa d’Amalfi, che a lungo andare sta producendo effetti. Si aggiungono l’instabilità geopolitica del Mediterraneo, l’incertezza dei dazi, la concorrenza mirata di mete come la Grecia che approfittando dello stop pandemico ha realizzato strutture e servizi per inserirsi sullo stesso segmento di mercato, e il cambiamento climatico: è trend rilevato in tutto il sud Europa il fatto che i visitatori nord europei stanno evitando luglio ed agosto per le temperature molto alte. Questo da noi si traduce in una diminuzione delle loro presenze in quei due mesi e in un aumento delle presenze tra settembre e ottobre, che ormai sono i nuovi mesi di punta al posto di quelli estivi. Questi fattori incidono in maniera importante sulle presenze perché la Costa d’Amalfi è meta di turismo internazionale: il 75% dei visitatori è straniero e il 25% italiano.”
Il calo attuale va letto anche come un segnale più profondo, legato all’insostenibilità di una pressione turistica quotidiana che arriva da fuori. E non solo. A impattare sul sistema non è tanto il turista che sceglie di soggiornare e vivere la Costa d’Amalfi secondo i suoi ritmi, visto che l’offerta turistica di tutto il territorio non si satura mai oltre il 75% nei periodi di punta, quanto piuttosto il sovraffollamento giornaliero generato da destinazioni contigue. L’afflusso dai centri turistici viciniori, Napoli, Sorrento, Pompei, Roma, le isole, Salerno e ora anche l’Agro Nocerino e la piana del Sele, scarica su un territorio limitato e fragile migliaia di visitatori mordi e fuggi, che sostano pochi minuti alla ricerca della foto instagrammabile.
Scenari che nei mesi di luglio e nella prima settimana di agosto 2025 non sono arrivati all’esasperazione perché l’insostenibilità di quel sistema di massa ha già portato cali di presenze a causa di un turismo rapace, che consuma in poche ore ciò che dovrebbe richiedere tempo e cura, spesso veicolato da tour sharing su mezzi a noleggio. In particolare, l’arrivo simultaneo di navi da crociera a Napoli e Salerno, che indirizzano grosse quantità di gitanti nello stesso momento, acuisce il fenomeno creando congestione, pressione sui servizi, percezione di caos. Ma poi arriva la sera, e la Costa d’Amalfi torna sé stessa: raccolta, elegante, silenziosa. Esattamente come dev’essere una destinazione votata all’accoglienza d’eccellenza.
Malgrado la flessione numerica, il comparto turistico della Costa d’Amalfi si conferma solido. L’indotto resta tra i più rilevanti della Campania, trainato da un sistema fortemente specializzato sull’alto di gamma. La piattaforma Destination Amalfi Coast attraverso l’analisi semantica dei contenuti online rilasciati da utenti e visitatori sulla Costa d’Amalfi rivela un sentiment generale eccellente con un gradimento di 89 punti su 100 e nello specifico molte attrazioni, come Villa Rufolo, il Fiordo di Furore, il Sentiero degli Dei, che superano i 90 punti. Dal Sudamerica si consolidano i flussi provenienti dal Brasile, caratterizzati da una permanenza di circa 15 giorni e una forte propensione al lusso e alla spesa, così come è in salita il mercato dalla Polonia, un paese dove la classe medio-alta sta vedendo salire la propria capacità di spesa e spende molto in viaggi, con l’Italia come meta preferita. Dall’oriente, il Giappone torna tra le nazioni che preferiscono la Costa d’Amalfi dopo aver lasciato, a causa delle limitazioni d’uscita dal paese post pandemiche, spazio libero in Costiera ad altre nazioni orientali come i cinesi, target tradizionale, e ai coreani, che negli ultimi anni sono in costante crescita di presenze. Il nord Europa si presenta con i blocchi tradizionali di Inghilterra, Germania e Francia, ai quali si affiancano dal sud Europa gli spagnoli le cui presenze ormai si avvicinano a quelle dei francesi. I livelli di spesa sono alti, così come la propensione degli imprenditori a investire e innovare, ma questa vocazione alla qualità va tutelata e sostenuta da tutto il territorio.
Andrea Ferraioli, presidente del Distretto Turistico Costa d’Amalfi e della Rete Sviluppo Turistico Costa d’Amalfi, sottolinea: “Se da un lato ci sono imprenditori che investono milioni di euro per portare al top i loro servizi e altrettanto restituiscono al territorio in termini di fiscalità, dall’altro ci troviamo spesso a far fronte a una rete di servizi esterni alle strutture non sempre adeguati al livello che la Costa d’Amalfi richiede. Servizi sia pubblici che privati. Serve una riflessione a tutto campo su come gestire, organizzare, destagionalizzare, irraggiare i flussi. Va pianificato il futuro della meta, con una riflessione sull’offerta ricettiva che deve essere pubblica visto che l’intero territorio vive di turismo e sta vedendo nascere sempre più attività anche di carattere non strettamente imprenditoriale. L’apertura indiscriminata di b&b e case vacanza, se fatta senza visione e senza criteri qualitativi mirando a grandi numeri, automaticamente attira pubblici di massa. Ma la Costa d’Amalfi non può reggere questo carico. Non possiamo pensare di aprire ogni anno centinaia di strutture extralberghiere, o decine di piccole attività di cooking class nei limoneti o negli orti di famiglia, senza che gli operatori abbiano prima fatto percorsi di formazione per costruire una cultura dell’accoglienza professionale. Non stiamo accogliendo amici, alla buona: lavoriamo in una delle mete più desiderate del mondo. Questo deve riflettersi nella qualità dell’offerta, non nell’aumento indiscriminato dei prezzi”
Il messaggio è chiaro: servono politiche coerenti, strumenti di regolazione e una cabina di regia che tenga conto della fragilità del territorio e dell’identità della destinazione. Non si può ragionare solo sui numeri. Il futuro della Costa d’Amalfi si gioca sulla qualità, sull’armonia tra pubblico e privato, sulla capacità di proteggere ciò che la rende unica.
Ferraioli continua: “Il Distretto è pronto a continuare il suo lavoro di analisi e proposta, mettendo a disposizione della comunità turistica della Costa d’Amalfi il patrimonio di dati, esperienza e relazioni costruito in questi anni. Perché ogni decisione efficace nasce da una conoscenza profonda del territorio, non da dichiarazioni estemporanee di esperti estivi del turismo, che forse fino a poco prima erano grandi CT di calcio sui social”
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