Infanzie traumatiche segnano il futuro: una ricerca negli Stati Uniti conferma il legame con il fenomeno dei senza dimora
Lo studio, condotto da Edson Chipalo, professore presso il College of Allied Health Sciences, offre una prospettiva inedita concentrandosi sui bambini anziché sulla popolazione adulta, come avvenuto in precedenti indagini scientifiche.
L’analisi, pubblicata sulla rivista “Child Indicators Research”, ha utilizzato i dati del National Survey of Children’s Health per esaminare la correlazione tra trauma infantile e instabilità abitativa. Le esperienze infantili avverse comprendono eventi traumatici che si verificano prima dei 18 anni, includendo violenza, abuso, abbandono, discriminazione e disfunzioni familiari.
La ricerca dimostra che il rischio cumulativo aumenta proporzionalmente al numero di esperienze traumatiche subite. “Il nostro studio utilizza un approccio ecologico sociale per valutare come i fattori biologici, psicologici e sociali interagiscano nell’influenzare lo sviluppo del bambino”, ha spiegato Chipalo. L’effetto delle avversità non si limita alla salute emotiva ma si estende alla stabilità economica e abitativa futura.
Prevenzione come strategia fondamentale per l’intervento precoce
Le implicazioni della ricerca puntano verso la necessità di interventi preventivi tempestivi. Secondo il professore, identificare precocemente questi modelli permette di sviluppare strategie di sostegno per bambini e famiglie prima che le conseguenze a lungo termine si consolidino. “Le soluzioni devono concentrarsi sulla prevenzione e fornire un sostegno tempestivo”, ha sottolineato lo studioso.
Precedenti studi hanno già documentato come le esperienze traumatiche infantili siano collegate a disturbi di salute mentale, uso di sostanze, malattie croniche e comportamenti a rischio. La specificità della ricerca di Cincinnati risiede nell’aver dimostrato questa connessione anche con il fenomeno dei senza dimora nell’età infantile, ampliando il quadro delle conseguenze immediate del trauma.
Affrontare le esperienze infantili avverse alla radice, secondo il ricercatore, potrebbe ridurre non solo la sofferenza individuale ma anche le sfide sociali ed economiche più ampie legate al fenomeno dei senzatetto. L’approccio biopsicosociale utilizzato nello studio permette di comprendere meglio l’interazione tra diversi fattori che influenzano il percorso di vita dei minori esposti a traumi.
Prospettive future per la ricerca sui determinanti sociali della salute
Chipalo presenterà i risultati della sua indagine in diverse conferenze accademiche nordamericane nel corso dell’anno. Parallelamente, il professore sta pianificando nuovi progetti di ricerca per esaminare ulteriormente gli effetti delle esperienze infantili avverse su diversi aspetti dello sviluppo, utilizzando sempre il quadro biopsicosociale come riferimento metodologico.
Le future indagini esploreranno l’impatto delle esperienze infantili avverse sulla partecipazione comunitaria dei bambini, la qualità del sonno, l’immagine corporea, l’attività fisica, il temperamento, l’uso dei media digitali e l’accesso alle cure sanitarie. Particolare attenzione sarà dedicata alle famiglie di immigrati con risorse limitate, una popolazione spesso vulnerabile.
Durante l’estate, Chipalo avvierà anche una raccolta dati specifica per esaminare l’impatto delle esperienze traumatiche sulla salute mentale e sui risultati socioeconomici tra rifugiati e immigrati africani nell’area di Cincinnati.
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