Puglia

Indotto del petrolchimico di Brindisi: “Confermato l’aumento di risorse”


Riceviamo e pubblichiamo una dichiarazione di Carlo Perrucci, segretario regionale della Uiltec

Chi osserva la realtà ed i fatti con la lente del pregiudizio ideologico vede mostri e pericoli ovunque e si allarma per cose che allo stato attuale non ci sono.  Da più parte in questi giorni, vengono lanciati allarmi su tutti i mezzi di informazione affermando che nel Petrolchimico di Brindisi fossero terminate le risorse a disposizione per gli appalti dell’indotto e che pertanto molti lavoratori fossero ad imminente rischio di perdere il posto di lavoro.

La realtà dei fatti racconta ben altro e sarebbe stato sufficiente interrogare gli addetti ai lavori per comprenderlo. Il budget per gli appalti delle attività manutentive «totalmente esaurito» è nella realtà dei fatti un budget «totalmente impiegato» ovvero che ha trovato pienamente impiego sulla base degli obiettivi prefissati. Sono state previste delle risorse per determinati obiettivi e queste sono state tutte impiegate. Non significa in alcun modo che non vi siano più risorse per il futuro anzi, al contrario, è una notizia che testimonia la notevole mole di lavori portati avanti in questi mesi.

A conferma di questo vi è che il contratto per le attività dei coibenti e ponteggi – attività che coinvolge principalmente le ditte Termisol Termica e Puccio Impianti – sia stato ufficialmente prorogato di due anni in aggiunta ai tre anni inizialmente previsti dal precedente Accordo. Inoltre, proprio in questi giorni, è arrivata la conferma ufficiale dell’aumento di budget da parte della Committente.

Cosi come annunciato in due diversi incontri presso Confindustria Brindisi alla presenza dei vertici Eni ed Eni Versalis, si va avanti con tutta una serie di attività pianificate per i prossimi mesi, tutte di notevole importanza per il futuro prossimo e venturo dell’insediamento industriale brindisino. Dalla messa in conservazione del Cracking e del Butadiene alla manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto di Polietilene, dalla gestione della logistica e dei servizi ausiliari agli interventi sul pontile passando per le attività manutentive correlate ad EniPower. 

I diversi detrattori che hanno attivato questa pericolosa operazione allarmistica a mezzo stampa sono gli stessi  che hanno criticato e/o deciso di non firmare, negli scorsi mesi, il Protocollo ministeriale sul futuro del Petrolchimico di Brindisi. Una decisione che già allora appariva immotivata e pregiudizievole ben diversa dalla valutazione basata sui fatti che molte altre sigle sindacali – e fra queste la Uiltec Uil – hanno condiviso senza alcuna ideologia e stando alla concretezza di decisioni e percorsi utili a salvaguardare il lavoro sia dei diretti che dell’indotto e a ricercare le condizioni perché se ne crei di nuovo. 

L’obiettivo della Uiltec Uil era e rimane quello di garantire la massima sicurezza, efficienza e continuità lavorativa, nel pieno rispetto dei lavoratori e delle esigenze produttive. Non vorremmo che l’obiettivo di altri fosse fare propaganda fra i lavoratori preoccupati del proprio futuro. Se così fosse sarebbe una operazione spregiudicata essendo molto lontana da una oggettiva visione dei fatti e della realtà.

Il nostro territorio, specialmente nel suo settore Industriale, vive una transizione delicata ed una congiuntura internazionale da guardare con grande attenzione. Per questo motivo rimane valida la scelta fortemente sostenuta dalla Uiltec Uil a tutti i livelli di mettere in uno stato di conservazione il Cracking di Brindisi disponibile a qualsiasi variazione di mercato o di strategia produttiva anche dell’Unione Europea. Occorre quindi unità sindacale ed una visione pragmatica – libera dai pregiudizi ideologici – sulle singole vicende e vertenze del nostro territorio. Solo in questo modo potremmo sperare di scrivere una storia diversa per l’Industria e il sociale di Brindisi.

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