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India, sconti fiscali e tagli ai dazi per scongiurare le tariffe di Trump

Dal nostro corrispondente

NEW DELHI – Quando la delegazione di negoziatori americani guidata dall’assistant US trade representative for South and Central Asia Brendan Lynch è atterrata ieri a Delhi, ad attenderla non ha trovato il tappeto rosso che il cerimoniale riserva agli alti dignitari stranieri. In compenso, le prime pagine rosa salmone della stampa economico finanziaria indiana annunciavano una novità ben più sostanziale e gradita.

Un regalo a big tech

Dal prossimo 1° aprile, quando non mancheranno che 24 ore all’entrata in vigore dei cosiddetti dazi reciproci americani, l’India rinuncerà a incassare la digital tax. L’annuncio è stato fatto dalla ministra delle Finanze Nirmala Sitharaman che lunedì in Parlamento, riferendo sugli emendamenti in arrivo al Finance Bill 2025, ha comunicato di aver proposto l’abolizione del prelievo del 6% che colpisce le società straniere che vendono spazi pubblicitari online. Un taglio alle tasse molto mirato, che sembra fatto su misura le ricche corporation americane – X, Meta (Facebook, Instagram) e Alphabet (Google) – i cui chief executive hanno prima finanziato e poi partecipato en masse alla cerimonia d’insediamento della seconda presidenza Trump.

La decisione indiana, per quanto impacchettata all’interno di un provvedimento che vive di vita propria, ha tutta l’aria – non fosse altro che per la data scelta per l’entrata in vigore – di essere un goloso amuse-bouche in vista di negoziati commerciali che dureranno tutta la settimana e si annunciano particolarmente complessi. Nonostante le affinità tra Donald Trump e Narendra Modi, New Delhi è da tempo bersaglio degli attacchi del presidente americano, che alcune settimane fa, poche ore prima dell’arrivo a Washington del suo omologo indiano, era tornato a usare espressioni («tariff abuser», «tariff king») solitamente riservate agli avversari politici.

Le ragioni di Trump

Forma a parte, l’animosità di Trump non è del tutto ingiustificata. Il deficit commerciale Usa nei confronti dell’India ammonta a 45,6 miliardi di dollari e, secondo i dati della World Trade Organization (Wto), la media ponderata dei dazi all’importazione applicati dall’India (12%) è più che quintupla rispetto al 2,2% statunitense. Un gap destinato a ridursi qualora le voci circolate ieri in ambienti governativi trovassero conferma. New Delhi sarebbe apparentemente disposta a ridurre «in maniera sostanziale» e in alcuni casi ad azzerare i dazi compresi tra il 5 e il 30% che applica su categorie di prodotto che oggi valgono oltre 23 miliardi annui di importazioni dagli Stati Uniti. Una cifra che equivale a circa il 55% di tutto ciò che le imprese Usa vendono in India.


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