Indennizzo o nuova collocazione fuori dal parco
Potrebbe avvicinarsi la conclusione dell’intricata vicenda legata al chiosco “del Cedro” in viale delle Rimembranze. Il condizionale è d’obbligo, visto le peripezie ormai pluridecennali legate al progetto di realizzazione dei chioschi lungo i viali modenesi, un progetto avviato nel 2012 e non ancora concluso, tra sequestri, ricorsi e pronunciamenti della giustizia amministrativa.
Un pronunciamento che, per quanto riguarda il “Cedro” di Carlo Serafini è giunto anche lo scorso 13 marzo. In quella data, infatti, il Tar ha emesso un’ordinanza con la quale ha ricettato il ricorso dell’imprenditore contro il blocco dei lavori. Nella primavera dello scorso anno, infatti, erano comparse le prime transenne nell’area che avrebbe dovuto ospitare la struttura (di fronte a via Saragozza).
I lavori tuttavia non sono mai partiti, sospesi con intervento del Comune già nell’aprile scorso. La Soprintendenza Archeologica, belle arti e paesaggio ha infatti emanato una nota con la quale chiedeva la sospensione del’intervento, ritenendo che i lavori previsti non garantissero la salvaguardia delle piante presenti, a partire dal cedro secolare al centro dell’area le cui radici avrebbero potuto subire danni significativi.
Sulla scorta di questo pronunciamento, il Comune aveva sospeso i lavori con un nuovo provvedimento a inizio dicembre. Scelta confermata dall’ordinanza del Tar, che potrebbe appunto mettere fine al progetto. Da un punto di vista giuridico, la decisione della Soprintendenza non lascia molto spazio di manovra, da quello politico, il chiaro orientamento dell’Attuale Amministrazione a non favorire interventi critici sotto il profilo dell’impatto ambientale riduce ancora di più le possibilità.
Le sorti del “Cedro” passeranno quindi da un dialogo tra Comune e proprietà, che è già stato avviato. Spiega l’Amministrazione: “Già prima che venisse emessa l’ordinanza (lunedì 10 marzo), amministratori, dirigenti e legali dell’Amministrazione comunale hanno incontrato la proprietà, accompagnata dai propri avvocati e, in quell’occasione le parti hanno reciprocamente dato la disponibilità a trovare strade alternative che riconoscano comunque il diritto del privato alla realizzazione del chiosco”.
“In particolare – prosegue il Comune – l’avvocatura civica e il legale della proprietà approfondiranno le questioni per verificare le possibili convergenze su un accordo transattivo nella direzione di un indennizzo che chiuda la vicenda, oppure sulla eventuale ricollocazione del chiosco al di fuori del Parco delle Mura”.
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