Marche

«Indecorosi, incubo senza fine». Sotto accusa la società (che promette provvedimenti disciplinari)

PESARO Lo sprofondo biancorosso della Vuelle lascia senza parole i tifosi storici, quelli che sono stati già abituati al purgatorio dell’A2, ma che non si immaginavano un tale tracollo e non consolano le scuse arrivate dalla società dopo l’incubo di Livorno. Tra loro c’è Agnese Trufelli che a breve prenderà il posto di Amerigo Varotti alla guida provinciale di Confcommercio Marche Nord. «La Vuelle è una realtà che mi sta molto a cuore – racconta da tifosa – quello che accade non è dignitoso per la tradizione del basket pesarese, per i tifosi ancora numerosi a vedere le partite al palasport, per la nostra curva. Noi ci siamo sempre stati e ci siamo anche in A2 ma ci deve essere una società e una squadra, votati ad un impegno concreto verso questa tradizione. Chiediamo di sviluppare una società e una squadra che siano attaccate alla maglia».

Leggi qui  —> La Vuelle chiede scusa ai tifosi, promette provvedimenti disciplinari e apre al mercato. Faccia a faccia Valli-squadra

 

Che cosa non va

«Ci sta a perdere – dice lo storico coach Giorgio Secondini- ma bisogna lottare su ogni palla, c’è qualcosa che non funzione e non è questione di budget societario, purtroppo andiamo alla deriva ed è brutto per tutti quelli che hanno vissuto con questa squadra i momenti belli e quelli più sofferti». «Ho visto la partita contro Livorno – racconta Davide Ippaso dirigente Confesercenti – ed è stato uno spettacolo indecoroso. Avevo creduto che ricominciando dalla A2 con più forza si sarebbe potuto ricostruire con un progetto a medio e lungo termine, in cui riconoscersi, e invece è stato distrutto quel poco che era rimasto, falle enormi in organico che non possono non nascondere delle responsabilità professionali e si continua e gettare fango su una delle società più gloriose della pallacanestro italiana e questo è inaccettabile per quanto mi riguarda».

«Mi sembra una squadra debole – sostiene l’ingegnere Alberto Paccapelo sportivo di lignaggio dal Coni al Panathlon, consigliere per due mandati in Fip – senza l’asse play/pivot, e quando mancano questi due ruoli in una squadra è difficile che le cose vadano bene. Finiscono per mancare anche le idee, perché in attacco nessuno va a prendersi tiri ad alta percentuale ed è facile per gli avversari difendere sul perimetro e in difesa sei troppo leggero per difendere il ferro dai tiri in avvicinamento degli avversari. Sono anche molto dispiaciuto per Imbrò, un ragazzo che avevo nelle squadre nazionali giovanili ed era dotato di grande carattere, ora, invece, lo vedo spento e lontano dal gioco». «È come a scuola – sostiene l’imprenditore Roberto Forni Della Rovere Office & contact – se studi durante la settimana non temi l’esame. L’allenamento è lo specchio della partita. Un buon allenatore fa giocare bene dei mediocri giocatori, i nostri sono buoni, ergo, prima di cambiare giocatori cambiamo la testa, sia allenatore che vice. Se facciamo il contrario sarà un ulteriore dramma. Il gioco del basket- aggiunge – si basa su alto basso, dentro e fuori, noi tiriamo solo da fuori. Buccarelli non è un play, Zanotti deve giocare 30’. La squadra è in choc. Ha bisogno di certezza e serenità dell’allenatore, evidentemente un altro e di sentire la società accanto».

Malandrino (Fdl): «Non meritiamo questo»

«Ho praticato basket fino a 17 anni – si sfoga via social il capogruppo di FdI in consiglio, Daniele Malandrino – Sono quindi anche io un figlio di basket city e credo che la città e la storia della Vuelle non meritino assolutamente questo epilogo. Comunque non voglio sparare sulla Croce Rossa».

«Abbiamo accusato la vecchia società che non comunicava niente, ma anche questa è una specie di fantasma – chiosa Roberto Tomassoli, tifoso storico – le cui uniche dichiarazioni sono state cose del tipo “va bene così”, “il campionato è lungo”, “la squadra si riprenderà”, ma il campionato sta dicendo tutt’altro e noi siamo preoccupati e ci piacerebbe saperne di più anche dei programmi e delle soluzioni future. Nonostante in questi anni siamo passati attraverso retrocessioni e fallimenti, arrivare dalla A1 ad essere penultimi in A2 dopo 11 giornate ci fa sentire come un aereo in picchiata senza controllo e non basta dirsi che manca ancora molto allo schianto».




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