indagati i vecchi nuovi vertici di Moncaro
JESI – Oltre 130.000 euro di fondi pubblici illecitamente percepiti da due diverse imprese agricole attraverso un sistema fraudolento messo in piedi, secondo la Procura, da tre amministratori. L’indagine partita a novembre, coordinata dal pm Irene Adelaide Bilotta, è una bomba che deflagra alla vigilia del Vinitaly e investe il nuovo vertice della cooperativa vitivinicola Terre Cortesi Moncaro, la maggiore realtà delle Marche nel settore vitivinicolo.
Le figure
Indagati in concorso e destinatari di un provvedimento di perquisizione, lo storico ex presidente del Cda di Moncaro, il 65enne Doriano Marchetti, estromesso dal suo ruolo lo scorso 27 febbraio 2024; Donatella Manetti, 67 anni, attuale presidente del Cda Moncaro e proprietaria della società agricola Poderi del Conero srl; e Lorenzo Gobbi, 56 anni, vice presidente di Moncaro. Tutti e tre fanno parte del Cda dell’impresa agricola Poderi del Conero di Camerano, società costola di Moncaro, costituita il 27 novembre 2020, partecipata al 100% e dedita alla coltivazione di uve e alla produzione di vini marchigiani. La Procura accusa i tre amministratori di aver organizzato una presunta truffa aggravata, in concorso tra loro, per il conseguimento di erogazioni pubbliche quantificate in 131.869 euro di contributi della Politica Agricola Comune degli anni 2022 e 2023 e del Piano di sviluppo rurale della Regione Marche relativo al periodo 2014/2020, il cui danno erariale è già stato segnalato alla Corte dei Conti di Ancona. Gli indagati, già componenti del Cda della Moncaro, avrebbero costituito l’impresa agricola Poderi del Conero, formalmente destinata alla coltivazione delle uve da vino e alla produzione di vini, al solo scopo di ottenere contributi pubblici mediante una fittizia coltivazione dei terreni situati a San Marcello.
Ieri mattina sono state eseguite perquisizioni disposte dalla Procura presso le sedi legali dell’impresa agricola Poderi del Conero, con sede a Camerano, presso la Terre Cortesi Moncaro in via Piandole a Montecarotto e in un magazzino di stoccaggio di prodotti vitivinicoli della Moncaro, situato a Castelplanio. Le perquisizioni hanno visto impegnati 20 carabinieri forestali del Gruppo di Ancona coordinati dal comandante Simone Cecchini, appartenenti ai Nuclei di Arcevia, Conero e Jesi-San Marcello, che hanno sequestrato documentazione e oltre 3800 bottiglie di vino con etichette riconducibili alla Poderi del Conero, ma prodotto con uve di dubbia provenienza.
I documenti
Secondo quanto emerso dai documenti, infatti, quelle bottiglie conterrebbero vino prodotto nelle cantine di Moncaro con uve coltivate in un terreno situato a San Marcello di proprietà della Poderi del Conero, solo che dal controllo eseguito dai Forestali, attraverso immagini satellitari e valutazioni dendrometriche di stima delle piante, risulta che su quel terreno le vigne non produrrebbero più uve da anni, considerando che sono incolti. Circostanza che porta i carabinieri a indagare sulla provenienza delle uve stesse. Se dovessero accertare che hanno una provenienza diversa da quella dichiarata, si potrebbe configurare anche il reato di frode in commercio, aspetto su cui gli inquirenti stanno lavorando con attenzione. E proprio per scoprire le situazioni fraudolente, i militari hanno a disposizione dei droni per monitorare le coltivazioni dei terreni.