«Incognita Grande frana, dubbi Lungomare nord»
ANCONA Rimandato a settembre. È il verdetto del Ministero dell’Ambiente sulla prima bozza del nuovo Piano regolatore portuale inviata a Roma lo scorso aprile dall’Authority dorica. Il documento è risultato infatti carente sotto il profilo degli studi scientifici necessari a dimostrare gli effetti dell’espansione infrastrutturale sull’ambiente e sulla salute umana.
Le domande
Il Ministero, poi, è anche entrato nel merito di progetti specifici, come l’espansione occidentale del porto di Ancona e il nuovo Lungomare nord – la rettifica dei binari lungo via Flaminia per velocizzare i treni e creare nuove corsie per le auto e un parco urbano. In quest’alveo, infatti, è prevista la costruzione di una quarta darsena, uno spazio marittimo protetto (accanto a Marina Dorica) nel quale l’Autorità vorrebbe spostare i pescherecci oggi al Mandracchio.
Limite esterno di questa progettualità, ma già previsto dagli elaborati del Lungomare nord, è un pennello costiero trasversale rispetto a via Flaminia della lunghezza di circa 500 metri, necessario a proteggere i binari della ferrovia e che fungerebbe anche da deterrente contro l’insabbiamento dei fondali di Marina Dorica provocato dalle correnti. Su ciò si sono concentrati i tecnici del Ministero: «Si suggerisce di esplorare un’alternativa al fine di individuare soluzioni progettuali che tengano in opportuna considerazione la fragilità della parte occidentale di quello che sarà il nuovo porto di Ancona».
Come ricordato nel parere, infatti, «la costruzione della quarta darsena e del pennello, di fatto insistono interamente sull’area della grande frana di Ancona». Il suggerimento è quello di valutare «di non procedere alla costruzione delle opere previste dal piano regolatore vigente, o almeno del pennello». Se i propositi fossero avverati, infatti, si arriverebbe «all’acquisizione agli spazi portuale di un’area attualmente marina valutabile in oltre 4 ettari. Area, tra l’altro, «di cui andrebbe valutata la valenza ecologica». Su questo aspetto ecologico, così come sui rischi idrogeologici dell’intervento.
L’Authority si limita a dire: «Stiamo approfondendo il documento, per ora supponiamo vengano richiesti soltanto degli approfondimenti». Resta da capire se il “no” al pennello è perentorio e, soprattutto, se il progetto del Lungomare nord potrebbe comunque andare avanti anche senza di esso. Ulteriori risposte, in ogni caso, arriveranno tramite la procedura indipendente sul Lungomare che già è attiva al Ministero e dovrebbe dare presto risposte.
Gli altri fronti
Il Ministero ha avuto da ridire anche sul Molo Clementino. Lamentano i funzionari: «Chiediamo venga dato conto dello stato di attuazione della procedura di Valutazione ambientale, che risulta in attesa della trasmissione del piano e del rapporto ambientale per l’avvio della fase di consultazione pubblica». Chiude una singolare raccomandazione sulla Penisola: «Si chiede di valutare i potenziali impatti generati sulla possibile istituenda area marina protetta “Costa di Monte Conero”».