Inciviltà sui social, 23 milioni di tweet analizzati rivelano la verità nascosta: mentre negli USA l’odio colpisce solo i politici famosi, in Europa le donne subiscono insulti qualsiasi sia il loro ruolo
Lo studio, pubblicato sulla rivista Politics & Gender a cura dell’American Political Science Association e Cambridge University Press, ha utilizzato tecniche di apprendimento automatico per analizzare sistematicamente l’inciviltà online rivolta alla classe politica.
La metodologia di ricerca ha permesso di colmare una lacuna conoscitiva significativa, poiché precedenti indagini si basavano principalmente su sondaggi con tassi di risposta variabili. L’approccio computazionale adottato ha invece consentito un’analisi oggettiva e su vasta scala del fenomeno.
Contenuti degli attacchi: focus su moralità e violenza personalizzata
L’analisi ha rivelato differenze qualitative significative negli attacchi rivolti alle donne politiche rispetto ai loro colleghi maschi. Le candidate donne ricevono messaggi caratterizzati da termini incentrati sulla moralità, come “vile”, “shame”, “shameful”, “disgraceful”, “hypocrite” e “deluded”. Particolarmente allarmante risulta la presenza di riferimenti a violenza personalizzata, con parole come “kill”, “destroy” e “rape”, che superano la semplice utilizzazione di parolacce.
La ricerca ha inoltre evidenziato variazioni geografiche nell’espressione dell’inciviltà: tweet rivolti a politici spagnoli e tedeschi utilizzano un linguaggio apparentemente meno offensivo rispetto a quelli diretti verso rappresentanti di Stati Uniti e Regno Unito, configurando una forma di “maleducazione relativamente educata”. Negli Stati Uniti, emerge una correlazione tra notorietà e inciviltà per entrambi i generi, mentre in Europa le donne subiscono attacchi indipendentemente dal loro profilo pubblico.
Definizione e implicazioni dell’inciviltà digitale
I ricercatori hanno stabilito parametri precisi per identificare contenuti incivili, includendo: stereotipi e incitamento all’odio, esclusione sociale (“le donne dovrebbero rimanere a casa piuttosto che fare politica”), minacce ai diritti fondamentali, appellazioni offensive (“weirdo”, “idiot”), diffamazioni (“liar”, “traitor”), volgarità, sarcasmo, utilizzo di maiuscole e linguaggio incendiario o umiliante.
L’impatto di tale inciviltà va oltre il fastidio momentaneo, configurandosi come un deterrente sistemico che può scoraggiare le donne dall’intraprendere carriere politiche. La presenza costante di molestie online contribuisce a creare un ambiente “tossico” che perpetua le disparità di genere nella rappresentanza politica. La ricerca conferma quanto evidenziato dal Parlamento europeo: l’85% delle parlamentari europee ha subito violenza psicologica, il 68% commenti sessisti e il 25% violenza sessuale.
Tali risultati assumono particolare rilevanza nel contesto europeo, dove nonostante progressi nella parità quantitativa, persistono significative disparità qualitative nella partecipazione politica femminile. L’inciviltà digitale rappresenta dunque un nuovo fronte nella lotta per l’uguaglianza di genere in politica, richiedendo strategie specifiche per contrastare fenomeni che rischiano di compromettere decenni di progressi nella rappresentanza femminile.
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