Incidente mortale in porto, il camallo ferito: “Sono un miracolato. Nessuna lite con il collega, forse ha perso il controllo del mezzo”
Genova. E’ arrivato in Procura in sedia a rotelle, accompagnato da alcuni ufficiali di polizia giudiziaria perché le sue condizioni fisiche non gli permettono di muoversi in autonomia, G.C., il lavoratore della Culmv rimasto ferito nell’incidente mortale che ha causato la morte di Giovanni Battista Macciò.
Il ferito è stato ascoltato come persona informata sui fatti dalla pm titolare del fascicolo Arianna Ciavattini e dal procuratore aggiunto Francesco Pinto, che coordina il pool che si occupa degli incidenti sul lavoro. “Mi sento un po’ un miracolato – racconta ai cronisti appena uscito da palazzo di Giustizia – non so nemmeno come faccio ad essere qui”.
A causa del volo che lo ha sbalzato fuori dal mezzo, dopo l’impatto con la ralla guidata da Patrizio Randazzo, G.C. ha lo sterno rotto, una vertebra fratturata, lesioni alla schiena e lamenta anche problemi alla vista” ed è ancora sotto choc per la morte del collega.
Il portuale era alla guida di una ralla ferma, mentre Macciò era a piedi e stava salendo per posizionare i sigilli sul container, quando la motrice guidata da Randazzo li ha travolti in pieno.
“Non ho capito cosa possa essere successo – ripete ai giornalisti, come aveva fatto anche prima con i pm – forse Randazzo ha avuto un colpo di sonno o ha perso il controllo”. G.C. ha spiegato ai pm che “quelle manovre di inversione le facciamo spesso”, ma è evidente che qualcosa è andato storto perché la ralla di Randazzo anziché raddrizzarsi e proseguire lungo la corsia per andare a caricare un altro container ha puntato verso la ralla dove si trovavano Macciò e il collega.
Per questo la Procura a giorni darà l’incarico per una consulenza tecnica cinematica dell’incidente oltre che sui mezzi sequestrati. Dal video diffuso dopo l’incidente e al vaglio degli inquirenti si vede per due volte prima dell’impatto il lampeggiare degli stop, come se Randazzo avesse effettuato una doppia breve frenata. Lui, tramite i suoi legali, Paolo Scovazzi e Federico Ricci, ha fatto sapere di aver avuto un colpo di sonno dovuto all’iper lavoro.
Non avrebbero trovato conferma investigativa finora invece le voci circa una presunta lite tra il ferito a Randazzo: “Nessun lite – ha detto oggi ai pm il testimone – Patrizio ha modi un po’ rudi e vuole sempre comandare, ma è un amico”.
Nei giorni scorsi il telefono di Randazzo era stato sequestrato dagli inquirenti proprio alla ricerca di eventuali messaggi che confermassero una qualche tensione sull’organizzazione del lavoro. E anche le comunicazioni radio sono state acquisite ed ascoltate senza che sia emerso alcun elemento a conferma delle svariati fonti anonime che si sono rivolte ai giornali parlando di liti e dissidi.
Per l’infortunio mortale il portuale della Culmv Patrizio Randazzo è indagato per omicidio colposo. Con lui sono state formalmente iscritte altre sei persone: il console della compagnia unica Antonio Benvenuti (in quanto datore di lavoro) e cinque tra dipendenti e dirigenti del porto Psa di Prà. Oltre alla manovra compiuta da Randazzo infatti la Procura sta accertando anche eventuali responsabilità nell’organizzazione del lavoro sul piazzale del terminal e anche, visto che Randazzo pur non essendo alterato dall’assunzione di cannabis al momento della tragedia, ne è risultato un consumatore, sui controlli previsti nei confronti dei dipendenti che guidano mezzi di lavoro.
Questa mattina nel tempo laico del cimitero di Staglieno si è tenuta una cerimonia di addio a Giovanni “Francesco” Macciò alla quale hanno partecipato amici, familiari e conoscenti.