Incendio a Milano, fermato il compagno di Sueli Barbosa: è accusato di omicidio
È stato fermato con l’accusa di omicidio volontario aggravato e incendio doloso il compagno di Sueli Barbosa, la donna di 48 anni che nella notte tra il 4 e il 5 giugno è morta dopo essersi gettata dal quarto piano del suo appartamento in viale Abruzzi, a Milano, nel tentativo di sfuggire a un incendio. Il provvedimento, disposto dalla pm Maura Ripamonti, è arrivato al termine di un lungo interrogatorio in Questura.
L’ipotesi degli investigatori è che l’uomo, 45enne, imbianchino, connazionale della vittima, abbia appiccato il fuoco nell’abitazione, dove in quel momento si trovava solo Sueli Barbosa. Il figlio della donna, di dieci anni, nato da una relazione precedente, era dal padre.
Alcuni testimoni riferiscono di una lite tra i due nella serata precedente alla tragedia. L’uomo è stato rintracciato dalla polizia in un bar non lontano dall’abitazione e accompagnato in Questura per essere ascoltato.
Durante il lungo interrogatorio, l’uomo non ha confessato, e ha detto che potrebbe aver provocato involontariamente l’incendio. Le telecamere, però, lo hanno ripreso mentre usciva in strada poco prima dello scoppio dell’incendio. I vigili del fuoco hanno trovato la porta chiusa a chiave con l’unico mazzo, dal momento che l’uomo non abitava lì.
Il Corriere riferisce che, durante l’interrogatorio, l’uomo non ha «manifestato alcuna forma di dolore o ancor meno resipiscenza» e ha ricostruito più volte la sua versione con «menzogne», dall’orario «di uscita» dall’abitazione, «all’assenza di liti» con la donna, fino «alla presenza di cause alternative» del rogo «quale il malfunzionamento della caldaia, che in realtà è risultata regolare».
«Io e Sueli abbiamo discusso, lei era arrabbiata con me perché voleva che la raggiungessi a letto anziché bere, io mi sono innervosito, ho fumato una sigaretta e un istante prima di uscire l’ho gettata sul tappeto che era davanti al divano. Lei era maniaca della pulizia, volevo solo farle un dispetto, non pensavo che avrei provocato un incendio. Preciso che lei puliva il tappeto e il divano con alcol ed ammoniaca», ha riferito l’uomo.
Dal sopralluogo da parte del Nia dei Vigili del Fuoco, «risulta la presenza di sostanze acceleranti la combustione» in almeno «due punti della casa, ossia nel soggiorno, in prossimità della porta di ingresso, e nella camera da letto». Il movente starebbe, si legge, in «ragioni di risentimento».
L’allarme è scattato poco dopo la mezzanotte, quando «urla lancinanti» hanno svegliato i vicini. Alcuni di loro hanno assistito alla scena: la donna che si sporge dalla finestra, poi il salto disperato nel vuoto. I vigili del fuoco sono intervenuti nel giro di pochi minuti. La donna è stata soccorsa e trasportata in ospedale in codice rosso, ma è morta poco dopo.
«Chiedeva aiuto, gridava, ma quando sono arrivati i vigili del fuoco le fiamme erano già alte», racconta all’Ansa Maria Bono, vicina di casa, che abita al piano superiore. «Quando ho tirato su le tapparelle, ho visto il cielo rosso, ho sentito il botto delle finestre esplodere per il calore. Ho chiamato mio marito, che stava dormendo, e siamo scappati». Lui aggiunge: «Se non mi avesse svegliato, non sarei qui».
Oltre ai soccorritori, sono intervenuti la Scientifica e il Nucleo investigativo antincendio dei vigili del fuoco. I rilievi sono andati avanti per tutto il pomeriggio. Anche la pm Ripamonti ha partecipato al sopralluogo. «Abbiamo concluso i primi accertamenti: al momento per noi la situazione è abbastanza chiara», ha dichiarato all’Ansa Michele Giacalone, capo reparto del Nucleo investigativo antincendio della direzione regionale Lombardia. «L’appartamento è completamente distrutto dalle fiamme. C’è stato un flashover», cioè un incendio generalizzato che si propaga molto rapidamente. «La lettura dei segni non è stata di semplice individuazione, ma la situazione è abbastanza chiara».
Alla domanda sull’origine dolosa dell’incendio, Giacalone risponde con cautela: «Noi lo abbiamo già capito, ma non possiamo dirlo perché è tutto in mano alla magistratura».
Già mesi fa una discussione violenta tra Sueli e il compagno avrebbe richiesto l’intervento delle forze dell’ordine nell’appartamento, di proprietà della donna. «Non la meritava. Io glielo dicevo di continuo quando ci sentivamo: lascia quest’uomo», ricorda al telefono dal Brasile, con il Corriere, Geralda, la mamma 83enne di Sueli.
La morte di Sueli ha scosso anche la comunità brasiliana in Italia. «Era una donna buona, sempre pronta ad aiutare gli altri. La sua assenza lascia un vuoto incolmabile», ha detto Elisangela Batista da Silva, presidente dell’associazione filantropica Bem. In una nota si legge: «Ci stringiamo alla famiglia, agli amici e alla comunità brasiliana in Italia. Sosterremo ogni iniziativa solidale per il figlio e i familiari. Ciao Sueli, che la tua anima trovi pace».
Ora l’inchiesta dovrà chiarire in modo definitivo le responsabilità della sua morte.
Source link