Salute

in Spagna ora attaccano Alcaraz ed esaltano Sinner

Due campioni. Due vincenti. Due tennisti che hanno dato vita a una delle rivalità più belle della storia di questo sport e sono destinati a dominare la scena per anni. Due persone che a modo loro hanno trovato la strada del successo. Ma entrambi – sia Jannik Sinner sia Carlos Alcaraz – oggetto di pesanti critiche. Questo è già un paradosso, ma c’è di più: il vero aspetto che fa sorridere è che Alcaraz – descritto da molti in Italia come il tennista più talentuoso, focoso, empatico e che entra nel cuore degli appassionati – è criticato in Spagna per i suoi atteggiamenti extracampo. Sinner – che all’estero descrivono come una macchina inarrestabile, un cyborg, un robot, un tennista perfetto (non lo diciamo noi, basta consultare alcuni pezzi su AS) – è invece stato spesso al centro di discutibili dibattiti in Italia.

La lingua, la Ferrari, le vacanze: Sinner in Italia si critica per qualsiasi cosa

Premessa: parliamo di una minoranza e le critiche – se ti chiami Sinner, Alcaraz, Nadal, Federer, Ronaldo o Messi – esistono ed esisteranno sempre. Ma mentre l’altoatesino in Spagna è descritto come la macchina perfetta, il prototipo del tennista ideale, in Italia spesso viene attaccato. A prescindere. Partendo dall’accusa più comune: “Non è italiano”. Perché ha la sola colpa di avere un carattere più freddo, meno empatico e perché a casa sua si parla tedesco. “Eh ma non ride mai”, l’altro luogo comune diffuso a cui si è aggiunto da circa un anno anche “è dopato”. Critiche che arrivano a prescindere dal risultato, o che nel caso del doping sono frutto di una scarsa conoscenza della vicenda Clostebol.

Poi ci sono quelle che arrivano dopo una sconfitta. “Fisicamente non regge le partite lunghe”, “Alcaraz è più talentuoso” (vero, ma esserlo non presuppone essere più forte) ma soprattutto “la fidanzata l’ha rovinato”. Si è letto nel 2024 quando stava con Anna Kalinskaya, si rischia di leggerlo pure oggi se dovesse arrivare qualche battuta d’arresto dopo i rumors del flirt con Laila Hasanovic. Ma il paradosso è che Sinner viene criticato anche quando vince. Perché ha vinto Wimbledon (primo italiano nella storia), ma “non ha nemmeno esultato”, perché rinuncia a Toronto per recuperare energie fisiche e mentali ed “è già stanco”, perché lava personalmente la Ferrari a casa e “ma non può portarla all’autolavaggio?”. Insomma, tanti esempi per rendere il concetto principe: all’estero si prende solo gli elogi (Washinghton Post gli dedicò l’apertura post Wimbledon), in Italia – e ci mancherebbe – si celebra la sua vittoria, ma si parla anche del mancato sorriso dopo il match point.

“Deve cambiare mentalità” e “pecca in concentrazione”: tutte le critiche ad Alcaraz in Spagna

Non è nemmeno servito andare a scovare nei giornali meno noti e più di nicchia. Basta aprire i siti dei principali quotidiani sportivi spagnoli, tra cui AS, Marca, El Mundo Deportivo ed El Pais e fare una ricerca per parola chiave per trovare una pioggia di critiche a Alcaraz. In tanti pensano che solo in Italia il giudizio cambi rapidamente, ma anche altrove in realtà non cambia nulla. Alcaraz era il dominatore, il resiliente, l’imbattibile dopo la vittoria al Roland Garros. Dopo Wimbledon è diventato “destrozo y intratable” (“distrutto e intrattabile”) nella migliore delle ipotesi.

Pochi giorni dopo la finale londinese, è tornato virale un video di Sinner da bambino che dichiara di preferire “una Coca Cola alla vita notturna”. Apriti cielo. “Alcaraz prenda esempio da Sinner”, si legge. Il riferimento è alle libertà che il tennista spagnolo si concede nei pochi giorni liberi: feste, vacanze, cibo. A proposito di ciò, su Marca si legge: “Per alcuni è ricerca dell’equilibrio, per tanti è mancanza di concentrazione“. Ma tra Roland Garros e Queen’s, Alcaraz ha scelto Ibiza. Feste, barche, spiaggia, divertimento. Risultato? Vittoria anche sull’erba londinese pre Wimbledon. E ancora, se andiamo su AS, in un’analisi più approfondita della stagione dei due si legge “Alcaraz deve cambiare mentalità rispetto alle stagioni precedenti”.

Sempre su AS, si legge: “La dura immagine di Alcaraz, dove tutta la Spagna sapeva che avrebbe perso vincendo un solo set” in un articolo-video che ritrae lo spagnolo girarsi verso il suo angolo durante la finale di Wimbledon dicendo “Sinner sta giocando meglio di me”. Titolo che tradotto lascia intendere: quando è nervoso, è finita. Non sa più reagire. E in circostanze simili si rimarca sempre il confronto con Sinner, che invece “non si scompone mai“.

Ma cosa hanno fatto di male Sinner e Alcaraz?

Ma perché accade tutto ciò? Questione di cultura o è solo perché davvero “l’erba del vicino è sempre più verde”? Forse i campioni sono un bersaglio semplice e quindi attaccarli viene quasi naturale? Perché quando vincono sembra ordinario. Se perdono, c’è sempre un motivo preciso. Sia mai ammettere che l’avversario è stato più forte o semplicemente è arrivata una giornata negativa. E il tifo, inevitabilmente, rende meno lucidi i giudizi. Ecco perché all’estero, da disinteressati, lodano Sinner e lo stesso avviene in Italia con Alcaraz.

La verità oggettiva è che entrambi a modo loro stanno facendo la storia del tennis. Sinner-Alcaraz non è soltanto la regolarità contro l’estro, il rovescio in contropiede contro il drop shot, il pugnetto alzato contro il “vamos” urlato. È anche la vacanza a Sesto Pusteria contro quella a Ibiza, il silenzio assordante tra le montagne contro i festini notturni, la Coca Cola contro la sangria. Ognuno si sente vivo a modo proprio. E se il risultato poi è lo spettacolo della finale del Roland Garros o quella di Wimbledon, che continuino così.


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