Trentino Alto Adige/Suedtirol

In regione i livelli di benessere più elevati. Borseggi: in Alto Adige la metà rispetto al resto d’Italia – Cronaca



BOLZANO. Il Trentino Alto Adige ha raggiunto i livelli più elevati di benessere di vita rispetto al complesso delle province italiane. Il dato emerge dall’indagine Istat “BesT”, che delinea i profili di benessere equo e sostenibile dei territori nazionali. Nel report vengono valutati undici indicatori complessivi, relativi a istruzione, salute, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, paesaggio, ambiente, innovazione e qualità dei servizi.

Dall’analisi del quadro locale si conferma il vantaggio della regione alpina rispetto alle altre regioni, ad iniziare dall’ambito del benessere economico, dove si registrano i vantaggi più diffusi, con la quasi totalità degli indicatori nella classe di benessere relativo alta (50%) e medio-alta (40%).

Su lavoro e conciliazione dei tempi di vita, relazioni sociali e sicurezza, poi, il Trentino Alto Adige non presenta indicatori nelle classi di benessere bassa e medio-bassa. In particolare, si segnala un tasso di denunce per borseggio nel 2022 dimezzato rispetto al valore medio nazionale: 108,1 contro 219,1 denunce ogni 100.000 abitanti, che nella provincia di Trento scende a 79,3.

Anche l’indicatore sul reddito medio disponibile pro capite nel 2022 registra risultati migliori rispetto alla media italiana in entrambe le province, anche se si evidenzia una condizione più vantaggiosa di Bolzano, che in Italia ha un valore secondo solo a quello di Milano.

Per quanto riguarda il lavoro, emergono gli alti tassi di occupazione degli adulti ma soprattutto dei giovani: nel 2023 circa 11 punti percentuali in più dell’Italia per le persone di 20-64 anni, quasi 14 punti per i giovani di 15-29 anni.

Infine, per l’ambito della salute le province del Trentino-Alto Adige riportano in prevalenza buoni risultati, con l’83,3% degli indicatori nelle classi alta e medio-alta, il 41,7% nella sola classe alta.

(foto Ansa)




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