Puglia

In Puglia 30 bici storiche ‘cercano casa’, appello ai Comuni

“Cerchiamo locazione per le nostre biciclette”. È il grido di Fernando Caione, presidente del Gruppo Velocipedistico Pugliese. Due ruote da mestiere, modelli da corsa di inizio Novecento, esemplari più comuni da signora e da uomo. Anche un biciclo e il vecchio bicicletto che usavano i benestanti. Sono circa trenta le bici che cercano ‘casa’, un’interessante collezione che fatica a trovare una dimora permanente. L’obiettivo è quello di garantire loro una stabile collocazione nella prospettiva di realizzare il primo museo della bicicletta nel Salento. L’appello di Caione in combutta con fedelissimi come Fabio e Salvatore e tanti altri soci, una richiesta singolare sollevata ai comuni del leccese ma non solo. Le biciclette, di private proprietà, sono ‘parcheggiate’ in un negozio di mobili dismesso, a Monteroni di Lecce, in attesa di una sistemazione definitiva. Da tempo l’idea di ricercare una soluzione concreta piuttosto che tenerle in garage, a marcire: di qui la richiesta ufficiale ad enti pubblici per locare uno spazio per allestirci un nuovo luogo di sapere.

È stato lo stesso Comune di Monteroni, l’unico e solo ad oggi, ad aver avanzato una timida manifestazione di interesse immaginando il polo museale all’interno degli spazi chiusi sottostanti le tribune del Velodromo degli Ulivi dove nel lontano 1976 Francesco Moser trionfò in occasione dei campionati del mondo di ciclismo su pista, nella categoria inseguimento professionisti. Intelligente e ben contestualizzata sarebbe la soluzione del comune salentino, già noto come il paese delle biciclette, ma la storica pista è ora inagibile per ampi lavori di ristrutturazione. Altra ipotesi plausibile sarebbe inserire la collezione nel Museo Ferroviario della Puglia, a Lecce, o in un androne del Museo della Radio di Galatone. Invero per i promotori ogni location andrebbe bene purché le ‘loro’ due ruote divenissero un bene di pubblica utilità, motivo di divulgazione culturale.

“Non vogliamo lucrare né sostegno economico. Chiediamo solo uno spazio per poter allestire questo museo – ribadisce Caione – Se ci fosse un comune dell’hinterland leccese, o comunque un qualsiasi ente sul territorio pugliese, disponibile ad accogliere il nostro progetto domani mattina stesso mi attiverei per creare un’associazione, ci autotassiamo per pitture e gestione, sponsor non mancano. Il problema vero è trovare la locazione.” Il desiderio di aprire il museo nasce quando, nell’organizzare l’ennesima esposizione, Fernando scopre delle puntine nella manopola sinistra di una bicicletta da corsa del 1912 che, sulla scorta di qualche lettura, comprende servissero per bucare le gomme dei rivali dietro, quindi impiegate dai ciclisti per ‘eliminare’ la concorrenza degli avversari e vincere a mani basse il premio tradotto in vivande calde perché, in passato, si correva non per la gloria quanto per sfamare bocche di fratelli e genitori. Un aneddoto curioso e tutto l’annesso mondo orbitante attorno alla bici che il Gruppo Velocipedistico Pugliese sente il bisogno di esternare nel coinvolgimento di scuole e famiglie.




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