Ambiente

In Italia calano i consumi di Spirits ma non per Gin, +25% in 5 anni – Business

E’ il Gin l’unico prodotto tra gli Spirits a registrare una crescita dei consumi negli ultimi 5 anni in Italia del 25% in volume, attestandosi sui 7 milioni di litri.

Lo segnala Assodistil, secondo cui liquori e distillati tradizionali mantengono comunque una posizione di un certo rilievo nel mercato nazionale; questo nonostante l’appeal dei nuovi prodotti a basso contenuto di alcol o senza alcol che erodono quote di mercato. Nel 2024 il consumo di Spirits in Italia è stato di 127 milioni di litri con una variazione negativa dell’8,5% tra 2024 e 2019. Sul podio restano saldi i liquori con circa 50,5 milioni di litri venduti nel 2024, con il canale del ‘fuori casa’ che rappresenta circa il 56% del totale.

Seguono Rum e Grappa e Rum che insieme totalizzano 14 milioni di litri, ma è proprio questo secondo prodotto a perdere terreno, con -12% dal 2019. Di rilievo il fenomeno dei Ready To Drink a base di Spirits, con consumi cresciuti in 5 anni del 34,2% in volume. La distintività del Made in Italy , unita alla crescente attenzione verso la qualità e al forte legame col territorio (34 bevande spiritose con indicazioni geografiche), rappresenta un asset strategico per il futuro del comparto.

“Fondamentale continuare a innovare e valorizzare l’identità dei nostri distillati attraverso le attività di promozione”, ha detto Antonio Emaldi, presidente Assodistil, ricordando che negli ultimi anni il Consorzio Nazionale Grappa sta attuando politiche per rilanciare la conoscenza di questo distillato identitario del nostro Paese esplorando anche le nuove di consumo come, ad esempio, l’uso della Grappa nella mixology. “Il riconoscimento ufficiale da parte del Masaf del Consorzio – ha concluso – consentirà di poter operare ancora più efficacemente per la difesa, la promozione e la tendenze del prodotto certificato a Ig Grappa”. 
   

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