In fuga da Santorini, oltre 500 scosse di terremoto in 48 ore
Quasi 9mila persone hanno deciso di lasciare Santorini a causa dello sciame sismico che sta interessando la celebre isola dell’arcipelago delle Cicladi. Più di seimila persone sono già partite a bordo di traghetti da domenica, ha detto all’emittente statale Ert il presidente dell’Associazione delle imprese di trasporto marittimo per passeggeri, Dionysis Theodoratos. Da parte sua, la compagnia di bandiera ellenica Aegean, ha effettuato martedì otto voli per Atene (quattro aggiuntivi oltre ai quattro regolari), su richiesta del ministero della Protezione civile. Secondo la compagnia, tra ieri e oggi circa 2.500-2.700 passeggeri saranno imbarcati alla volta della capitale greca, riporta Kathimerini.
Santorini è al centro di un’intensa attività sismica che ha avvolto l’isola in uno stato di allerta e preoccupazione diffusa. Da giorni, infatti, la terra sembra non voler concedere tregua: in sole 48 ore si sono registrate oltre cinquecento scosse, alcune delle quali hanno raggiunto la magnitudo di 5 sulla scala Richter. Lo sciame sismico è aumentato di intensità da sabato e non accenna a diminuire: nelle prime ore di martedì mattina, sono state registrati altri quattro terremoti di magnitudo pari o superiore a 4.
Gli scienziati sottolineano che l’evento è di natura tectonica e non vulcanica. Nonostante il timore che l’antico vulcano Nea Kameni, responsabile di un’eruzione catastrofica avvenuta quasi 4.000 anni fa, possa risvegliarsi, gli esperti rassicurano: non si tratta di un attivismo vulcanico, bensì di una complessa attività tettonica che potrebbe perdurare per giorni, se non settimane. Tuttavia, la posizione dell’epicentro, situata sotto il mare tra Santorini e l’isola di Amorgos, alimenta l’apprensione per il rischio di uno tsunami, un evento che, sebbene considerato improbabile dai sismologi, non è da sottovalutare.
In fuga da Santorini, un esodo senza precedenti
La paura tra la popolazione ha portato a un massiccio esodo: negli ultimi tre giorni, almeno 9.000 persone hanno lasciato l’isola, che conta 15.500 residenti permanenti. Le operazioni di evacuazione sono state organizzate in tempi record. I traghetti, che hanno già solcato le acque diretti al Pireo, hanno registrato un flusso continuo di persone in fuga dall’angoscia generata dalle scosse. Solo domenica, quattro ferry hanno trasportato ben 4.640 passeggeri.
Parallelamente, la compagnia aerea Aegean Airlines ha messo in campo voli straordinari per spostare verso Atene cittadini e lavoratori locali. Negli ultimi 48 ore sono stati effettuati otto voli con una capacità complessiva di circa 1.400 posti, raggiungendo così un totale di 2.700 evacuati. È evidente che, nonostante non sia stagione turistica, la presenza di numerosi visitatori – che ogni anno rendono Santorini meta di milioni di turisti – ha contribuito ad aumentare il numero di evacuazioni. In particolare, residenti e personale degli alberghi si sono fatti avanti, mentre molti turisti hanno deciso di accorciare il loro soggiorno.
Le testimonianze raccolte in loco descrivono un clima di profonda apprensione. Anche gli operatori del settore turistico, come l’addetto della principale agenzia di viaggi di Fira – il celebre borgo dalle case bianche e cupole blu – non hanno nascosto la propria preoccupazione. Le autorità locali, nel tentativo di prevenire possibili danni maggiori, hanno disposto la chiusura di tutte le scuole, sia a Santorini che a Amorgos. Inoltre, per evitare rischi legati a possibili crolli o cadute di massi, sono stati svuotati gli spazi all’aperto come le piscine degli hotel e le aree pubbliche. Le strade dell’isola, una volta animate, si stanno progressivamente svuotando, lasciando spazio a una deserta calma carica di incertezza.
Nonostante gli sismologi ritengano improbabile il verificarsi di scosse superiori a 5 sulla scala Richter e, ancor più, di un disastroso terremoto superiore a 6, la comunità internazionale e i residenti di Santorini restano in attesa di ulteriori sviluppi.
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