In fuga con le bambine dal marito violento. L’appello alla polizia: «Aiuto»
ANCONA È domenica, una giornata di festa in cui le famiglie si ritrovano per trascorrere più tempo insieme. Al campanello del Commissariato di Senigallia suona una donna. Gli uffici sono chiusi e il cancello pure. «Vi prego apritemi». L’urlo disperato di una madre. Accanto a lei due figlie minorenni e un borsone. Dentro i pochi effetti personali che, nella fretta di scappare da casa, è riuscita a infilarci. Il piantone apre, la fa sedere e tranquillizza. «Adesso sei al sicuro» le dice.
Il racconto
Rientra anche la dirigente per ascoltare i racconti di anni di violenze subite dal marito. Scatta il Codice Rosso e vengono trasferite in una struttura. Partono le indagini e all’uomo, denunciato per maltrattamenti, viene messo il braccialetto elettronico. Una domenica di festa ma non per lei. Troppe volte ha finto che tutto andasse bene. Approfittando della momentanea assenza del marito, decide di andarsene senza voltarsi indietro.
Lo stop
Non vuole più subire e nemmeno mentire a se stessa, certa che lui non sarebbe mai cambiato, e alle bimbe quando le chiedono come si sia procurata i lividi o perché piange. La scusa è sempre pronta fino alla domenica in cui decide di dire basta. Ha tenuto duro per loro. Quel marito violento è il padre, l’uomo con cui ha sognato di costruirsi una famiglia. Le bimbe, crescendo, capiscono tutto. Il padre grida contro la madre, la picchia. La camicia non è stirata bene, la pasta troppo cotta, nel sugo manca il sale. Ogni pretesto è motivo di schiaffi, calci e spintoni.
Nemmeno si cura più di “punirla” lontano dai loro occhi. Due volte finisce in ospedale. «Una brutta caduta» dirà. È uno dei 30 casi di Codice Rosso attivato dalla questura di Ancona dall’inizio dell’anno. Il marito rientra tra i 61 ammonimenti del questore di cui 36 per maltrattamenti, è questo il caso, e 25 di stalking e revenge porn. «Siamo consapevoli che sono battaglie complesse, che vanno combattute ogni giorno – le parole del questore Cesare Capocasa – occorre un cambiamento culturale profondo, che deve passare attraverso la scuola, architrave della nostra società. Aiutateci ad aiutarvi. Denunciate sempre».
A Senigallia la giovane mamma ha trovato una donna ad accoglierla, la dirigente Mabj Bosco. «È importante riconoscere i segnali di pericolo – spiega il vicequestore – ma soprattutto sapere che non si è sole, che le istituzioni ci sono. Siamo qui per loro, per proteggerle e accompagnarle in un percorso che permetta di riprendersi la propria vita con la certezza di essere al sicuro».
Stamattina per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, alla Mole Vanvitelliana è in programma “Conoscere per Riconoscere. I giovani e la sfida contro la violenza sulle donne”, un incontro dedicato a circa 400 studenti delle superiori, organizzato dalla Polizia di Stato. Ospite d’eccezione la ginnasta del Gruppo sportivo Fiamme Oro Sofia Raffaeli.




