Marche

In bici lungo tutta la Gran Bretagna. «Viaggio duro e indimenticabile»


PORTO SANT’ELPIDIO Dall’estremo sud al nordest in sella alla meraviglia. C’è chi l’estate la passa al mare. E poi c’è Marco Gattafoni, insegnante di educazione fisica e sostegno alla scuola media Marconi di Porto Sant’Elpidio, che ha scelto un altro tipo di orizzonte: quello che si apre dal manubrio della sua bici, lungo un viaggio di 1600 km attraverso l’Inghilterra e la Scozia. È il Lejog, l’epico itinerario ciclistico che collega Land’s End, punta sud-occidentale della Cornovaglia, a John O’ Groats, lembo più a nord-est della Scozia.

Il percorso

Un nome che è un acronimo e una promessa, molto più di un percorso. È un’esperienza di resistenza e continua scoperta. Marco è partito da Ancona, accompagnato in auto dai figli Lorenzo e Luca il 1° luglio. Volo per Londra poi cinque ore di treno per raggiungere Penzance in Cornovaglia e il giorno seguente l’inizio dell’impresa: dallo start point di Land’s End, la lunga risalita della Gran Bretagna fino all’estremo nord-est. Le prime salite, durissime della Cornovaglia, lo hanno messo alla prova costringendolo in alcuni tratti a spingere la bici a mano. Poi sono arrivati gli sterrati sui canali inglesi, sentieri fangosi e dislivelli su paesaggi incantati: le brughiere scozzesi, i villaggi di pietra. In media 110 km al giorno, 7/8 ore in sella fino al traguardo raggiunto il 16 luglio: John O’Groats. Ma non è finita. Gattafoni ha preso un traghetto per le Orcadi ed è salito fino a Kirkwall per visitare l’Italian Chapel costruita dai prigionieri italiani della Seconda guerra mondiale.

«Per completare l’avventura ho preso un traghetto notturno per le isole Shetland, più a nord delle Orcadi – dice il professore – al mattino sono sbarcato a Lerwick, la capitale e dopo la colazione in centro città sono entrato nell’unico negozio di biciclette dell’isola, la proprietaria mi aveva messo da parte un cartone per il trasporto aereo della bici. Poi le tappe a Lerwick-Edimburgo, Edimburgo-Londra, Londra-Ancona. Il viaggio non è stato cosa semplice, l’ho pianificato nei minimi dettagli. Avevo stabilito di farcela in 15 giorni e mi sono dato tre giorni in più per inconvenienti che sarebbero potuti accadere». Biglietti comprati ad aprile, andata e ritorno, biglietti per i traghetti, tutto ha funzionato senza intoppi.

Il tempo

«Nemmeno una foratura – racconta Gattafoni – tempo bellissimo in Scozia, raro a quelle latitudini. Ho fatto il bagno alle Orcadi sfidando le acque gelide e trasparenti dell’isola. L’unica difficoltà era arrivare la sera in tempo per mangiare perché i locali chiudevano e rimanevano aperte solo le pizzerie, molte però hanno solo il nome italiano».

Un viaggio «duro e indimenticabile – dice chi l’ha fatto – ma sono stato ripagato dalla gentilezza delle persone incontrate e dall’educazione degli automobilisti inglesi: sempre rispettosi verso chi pedala». Un’impresa che resta impressa nelle gambe e nello spirito. Tornando in aula dai suoi alunni, Gattafoni porterà a scuola la lezione della strada, quella che non si trova nei libri ma nella vita vissuta.




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