Imola, vince Verstappen ma la Ferrari ci mette il cuore e fa quinta e sesta
Anche se il giovane bolognese Kimi a un quarto d’ora dalla fine ha ritirato la sua auto per un guasto meccanico, d’altro canto le Ferrari che nel sabato, come cantava il Gianni nazionale, avevano ‘messo a nudo’ la loro anima in modo molto negativo, tutto sommato nel gran premio hanno concluso anche meglio delle previsioni.
Molto meglio, anzi, considerando una terribile qualifica che li vedeva scattare undicesima e dodecisima, appena davanti al giovane debuttante in Mercedes. Un quarto e sesto posto, anche se meritavano quarto e quinto ma un eccesso di prudenza, per evitare penalizzazioni, ha indotto il muretto a invitare Leclerc a restituire una posizione ad Albon, anziché rischiare cinque secondi. Sorpresa nella sorpresa, Hamilton, per la prima volta quest’anno, finisce davanti al monegasco. Per una volta, la ruota ha girato a suo favore, anche grazie a un miglior tempismo della Virtual Safety Car rispetto al suo compagno di box e a molti di altri colleghi che avevano già cambiato le proprie gomme: una strategia del muretto che, pur con tanti rischi, ha pagato.
Il podio con in vetta l’olandese campione in carica, per la sessantacinquesima volta in carriera, interrompe la striscia di tre successi di Piastri ma non ha tuttavia rispecchiato i valori in campo, eccetto proprio il vincitore: Verstappen è passato per primo sotto alla bandiera a scacchi sventolata nientemeno che da Federica Brigone, dopo una prova da vero ‘gigante’ suggellata anche dal giro più veloce. Ma Norris oggettivamente ha conquistato il secondo tempo per una gestione migliore delle gomme, solo sul finale, a danno di un Piastri che, cronometricamente, è stato parecchio più bravo di lui da parecchie gare a questa parte.
Come da previsione, la gara è iniziata con una partenza tutta in apnea, perché Verstappen, scattando dalla seconda piazzola, aveva solo quella occasione per mettersi davanti a Piastri e cercare di fare da tappo per il resto della gara. E così è andata: senza commettere infrazioni, il campione in carica ha dato una lezione magistrale a tutti, superando dopo due curve Piastri quando sembrava avesse rinunciato. Ma ormai Max si distingue sempre più per coraggio e per capacità di guida. Non ha insomma perso l’occasione per provare a distinguersi proprio nella pista più iconica per il suo idolo, Senna: Imola l’ha portato via ma lui, nel suo ricordo, non ha esitato a onorarlo con una conduzione davvero magistrale, dal primo all’ultimo chilometro.
Al contrario, è andato inversamente alle previsioni l’assenza di difficoltà della Red Bull di Verstappen, almeno nella giornata di oggi, partendo soprattutto dalla constatazione di qualifica non certo fra le migliori. Tuttavia, se la monoposto di Milton Keynes ha conosciuto una crescita, si deve sempre attribuire il merito esclusivamente al primo pilota. Tsunoda, ieri, è stato infatti protagonista di un’uscita di pista molto dura e pericolosa. Oggi non si è quasi visto e il singolo punto della bandiera non rende onore a un team che meriterebbe di essere secondo nei costruttori: nonostante i magri sei punti conquistato al gran premio del Made in Italy, prima volta nel 2025 a solo una cifra come somma dei due piloti, la Mercedes infatti ringrazia per il poco disturbo.
Source link