Emilia Romagna

Il vicesindaco di Ravenna Eugenio Fusignani alle celebrazioni garibaldine di Cesenatico


Questa mattina il vicesindaco di Ravenna Eugenio Fusignani ha preso parte, in rappresentanza del sindaco e della comunità ravennate, alle celebrazioni garibaldine di Cesenatico, in ricordo della storica partenza di Giuseppe Garibaldi del 2 agosto 1849 verso Venezia per portare soccorso alla Repubblica di Daniele Manin.

Nel suo intervento ufficiale, Fusignani ha ricordato come “quel giorno, da Cesenatico, non partirono solo tredici imbarcazioni cariche di patrioti, ma prese il largo una nuova pagina della storia d’Italia, destinata a lasciare un segno profondo nel cammino verso la Repubblica che oggi abbiamo il dovere di difendere”.

“La Romagna – ha proseguito – è terra che non è mai stata indifferente, e non lo sarà mai. Allora come oggi ha saputo mettersi in cammino, con Garibaldi nella Trafila, e con tante donne e uomini che, in ogni fase della storia nazionale, hanno dato un contributo diretto al progresso civile e democratico del Paese”.

Il vicesindaco ha richiamato i valori del Risorgimento e dell’eredità mazziniana: “Qui, dove quei valori sono ancora radicati, ricordiamo che la Patria non è un concetto di egoismo chiuso nei confini, ma un dovere verso tutti. Come diceva Mazzini: ‘Non basta essere nati per essere uomini, occorre vivere ogni giorno da cittadini’. È questo che ci spinge a impegnarci ogni giorno per la difesa della Repubblica e della Costituzione”.

Fusignani ha infine ammonito contro ogni tentativo di riscrivere la storia o ridurre la democrazia a semplice esercizio muscolare del potere: “Ogni mazziniano sarà sempre all’opposizione di chi pensa la democrazia come dittatura della maggioranza. Il nostro dovere è costruire templi alle virtù civiche e scavare prigioni morali e culturali contro ogni visione autoritaria o regressiva”.

“Le celebrazioni garibaldine – ha concluso – non sono soltanto un omaggio alla memoria, ma un impegno attivo e consapevole. Perché solo dalle radici del Risorgimento può germogliare un’Italia più libera, più giusta e più solidale”.


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