Trentino Alto Adige/Suedtirol

Il vicentino Nicolò Guarrera torna dopo il giro del mondo a piedi: «Cinque anni da raccontare» – CRONACA



Era partito cinque anni fa, il 9 agosto, dalla sua abitazione di Malo, nell’alto Vicentino. Si trattava dei primi passi di un percorso lungo…  29 mila chilometri. Nicolò Guarrera, 31 anni, ha fatto il giro del mondo a piedi.

Lui, il suo carrellino “Ezio” con sopra mini pannelli fotovoltaici per caricare lo smartphone, un’infinità di territori, ambienti e umanità da scoprire ma anche da raccontare sui social, dove “Pieroad” ha raccolto via via 430 mila follower, specialmente sul profilo Instagram che è davvero un libro straordinario da scorrere con calma per assaporarne la meraviglia.

Questa settimana ha completato la straordinaria esperienza tra Europa, America, Oceania, Asia ed è rientrato in Italia: a Trieste ha trovato anche un piccolo e meritato comitato di accoglienza.

Ma perché questa viaggio lunghissimo, che cosa significa? Questa è la prima delle faq cui Nicolò Guarrera risponde su Instagram: «Un giorno mi sono chiesto: se la mia vita fosse un’opera d’arte, andrei a vederla? Risposta: lo farei se raccontasse una qualche storia o se fosse bella.

Questa lunga passeggiata ha lo scopo di raccogliere delle storie da raccontare e nel mentre capire cosa significhi vivere una vita bella.

A cammino concluso scriverò il racconto del Giro del mondo a piedi e coronerò un altro sogno, quello di bambino di scrivere un libro».

E i momenti da descrivere e condividere sono un’infinità, per esempio quelli durante i passaggi in Medio Oriente, nei quali colpivano «l’ospitalità e la gentilezza della sua gente». Al punto da chiedersi «perché questi Paesi hanno una reputazione così negativa nell’immaginario occidentale?». Sicuramente nel libro futuro su questi e altri punti troveremo riflessioni preziose, al diario di viaggio Nicolò Guarrera ha affidato intanto uno spunto eloquente: «Alcune risposte sono facili, altre sono vere, ma la migliore è sempre essere curiosi e andare a vedere con i propri occhi di cosa si tratta».




Fra le altre faq pubblicate su Instagram, le risposte a alcune immancabili curiosità, a cominciare dalla storia personale precedente ai cinque anni in cammino. «Lavoravo come category planner (????). Stavo in una grande azienda a Milano, nel mondo del cioccolato, in una funzione di raccordo tra vendite e marketing.

Ho amato persone e ambiente ma ho deciso di prendere un’altra strada perché il mio sogno era un altro», spiega il 32enne vicentino.

Ci sono anche chiarimenti su aspetti tecnici che sono fondamentali in un viaggio di queste dimensioni.

Per esempio, «Cosa porti con te? Quanto pesa Ezio? Scarico, Ezio pesa 12 kg.

L’equipaggiamento comprende materiale per dormire e cucinare, un indumento per ogni clima, un libro, diario, coltellino svizzero, un sapone, attrezzi per bricolage e una piccola farmacia portatile.

Con questo set Ezio arriva a 25-30 kg, ci si sommano cibo e acqua».

E quanti chilometri per ogni tappa? «Dipende da come mi sento e dalle condizioni della tappa (meteo e tipo di terreno). Una camminata tipo si aggira sui 40 km, ma ci sono stati giorni da meno di 30 a più di 60.

40 km, pause comprese, significa camminare circa 8 ore».




E naturalmente ci si chiede dei pernottamenti: «Tenda, Couchsurfing, amici ed amici di amici, ostelli, moschee, benzinai, stazioni della polizia e qualsiasi cosa trovi a portata di scarpa.

Per un paio di mesi ho vissuto e dormito in barca e una volta mi è capitato di campeggiare dentro ad un vulcano per una settimana».

Una delle domande frequenti affronta il tema dei possibili incidenti, infortuni o malesseri.

«Piccole cose come un’infiammazione al ginocchio quando ero in Perù e qualche linea di febbre, o mal di stomaco in situazioni sparse.

Al contrario, credevo che in India filasse tutto liscio. Invece, in cinque mesi sono stato attaccato due volte e un cane mi ha baciato la mano», scrive Nicolò Guarrera.

E adesso l’attesa è per i racconti che ci regalerà, dopo questa avventura fuori dal comune che davvero richiama l’attenzione di tanta gente.




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